Il candidato sarà civico «Male la fila dalla sindaca»
C’è voglia di candidato civico nel centrodestra. Anche se, nel giorno in cui Forza Italia riapre dopo sette anni una sede sotto le Due Torri, le imminenti e atipiche primarie del centrosinistra sembrano destabilizzare pure i suoi leader. «Vogliamo dare un messaggio alla città ed essere la forza che traina il centrodestra, per essere un’alternativa seria e credibile di governo. Siamo gli unici che possiamo rappresentare il popolo moderato», annuncia la consigliera regionale Valentina Castaldini, affiancata dalla capogruppo in Senato Anna Maria Bernini e dal senatore Enrico Aimi, al taglio del nastro del nuovo quartier generale di via d’Azeglio. «Vedo esponenti del mondo civico che hanno partecipato agli stati generali del centrodestra e che sembra vogliano votare per Isabella Conti», rimarca invece il capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione, Marco Lisei, che non teme, però, l’erosione di un pezzo della coalizione di centrodestra. «Che il singolo vada a votare per la Conti è un tema – analizza – , che una parte dei moderati scelgano la Conti alle primarie è un altro. Sinceramente, di nostri elettori che voteranno alle primarie non ne conosco». Quanto al candidato, «mi sembra assodato vi sia la volontà di andare su un civico, a prescindere dal borsino dei candidati in campo». Ma la bordata più palese è quella di Manes Bernardini, uno dei co-fondatore di Bologna forum civico, che se la prende coi moderati «che vanno a firmare per la candidatura» della sindaca di San Lazzaro» e che rivela: «Attendiamo l’esito delle primarie per scendere in campo in maniera definitiva col nostro programma e calibrare la strategia in base a quanto accadrà». «Giudico negativamente chi vuol tentare di inquinare il dibattito delle primarie andando a firmare per candidature dell’uno o dell’altro – è, infine, il suo affondo –. Questa rincorsa a fotografarsi partecipando a uno scontro tra persone è la cosa più antipatica che questo inizio di campagna elettorale poteva mostrare alla città. Non è un modo corretto di fare politica».