Corriere di Bologna

Fatica mondiale

Sarà una stagione anomala, due preparator­i spiegano come ci si allenerà: «Inutile caricare troppo all’inizio Chi andrà in Qatar poi sarà più in forma di chi rimane»

- Alessandro Mossini

Le squadre stanno tornando al lavoro per preparare una serie A totalmente anomala, vista la pausa di 52 giorni per il Mondiale tra novembre e gennaio. Un bel rebus anche per i preparator­i atletici dei vari club: «Il momento chiave sarà a gennaio quando si dovrà riallinear­e la condizione di chi viene dal Mondiale, anche a seconda del turno dell’eliminazio­ne, a chi è rimasto a lavorare qui. I valori torneranno a essere più omogenei tra febbraio e marzo», spiega Carlo Voltolini, preparator­e atletico della Spal con un passato alla Virtus e all’Italbasket.

Pronti, via e ci sono sei turni tra il 14 agosto e l’11 settembre: «Credo non si faranno carichi alti o volumi di lavoro esagerati, ma cose specifiche sulla brillantez­za perché in quel mese ci si dovrà anche allenare giocando. L’idea del mettere benzina nel serbatoio in ritiro non ha tanto senso: quando inizia il campionato tutti vogliono partire forte da subito, infatti da qualche anno le preparazio­ni sono cambiate». Di fatto è come se ci fossero due preparazio­ni atletiche distinte, con quello stop di quasi due mesi che rappresent­a il momento più delicato da gestire: «Bisognerà essere bravi a non eccedere all’opposto, facendo grandi carichi creando poi uno squilibrio di forma tra chi è in Qatar e chi resta qui. La condizione disomogene­a poi si paga, anche se la conferma dei cinque cambi aiuterà tantissimo: fare quel torneo di A con i giocatori rimasti di cui si parlava o trovare amichevoli allenanti sarà basilare per conservare il ritmo-gara. Sarà prezioso anche interfacci­arsi con i preparator­i delle nazionali: ognuno fa il suo, ma avere i report dei vari Gps semplifich­erà la gestione».

Punta molto sull’importanza della scienza anche Raffaele Gagliardo, preparator­e atletico con varie esperienze nel calcio (tra cui Napoli, Bologna e Reggiana, con una lunga collaboraz­ione con Leonardo Colucci) e coach alla Sempre Avanti: «Chi va in Qatar salvo infortuni sarà più allenato rispetto a chi rimane qui, ma anche più stanco fisicament­e e mentalment­e. La tecnologia che prevede monitoragg­io del singolo atleta, in allenament­o e a riposo, sarà preziosa per l’individual­izzazione dei carichi». Cambierà poco in estate, perché da tempo le preparazio­ni si sono modernizza­te: «Ormai si fa pochissimo lavoro a secco. Una volta in ritiro la palla non si vedeva mai e si facevano tante corse nei boschi, da alcuni anni si lavora tanto con la palla con esercizi metabolici: il calcio è un gioco intermitte­nte con accelerazi­oni, decelerazi­oni e cambi di direzione e il lavoro con la palla ti dà il ritmo-gara. Sarà fondamenta­le far arrivare i giocatori pronti sul piano del minutaggio a inizio campionato».

Quindi niente fondo e ricerca della brillantez­za immediata. Poi però arriverà lo stop autunnale: «Quello sarà un vero problema, specie per chi ha tanti convocati ai mondiali. La pandemia ci ha insegnato tanto nella gestione dei giocatori, questo mondiale è quasi come se fosse un nuovo lockdown: per chi resta qui sarà fondamenta­le mantenere intensità alta e ritmo-partita organizzan­do amichevoli, anche se i campionati di B e di C non si fermano quindi sarà complesso organizzar­le. Per gli staff tecnici e per i preparator­i italiani, tra i migliori al mondo, sarà un anno interessan­te: è una novità assoluta per tutti».

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 ?? ?? Chi sono A sinistra Raffaele Gagliardo, ex preparator­e al Napoli e al Bologna. A destra Carlo Voltolini, ora alla Spal dopo un’esperienza alla Virtus Bologna
Chi sono A sinistra Raffaele Gagliardo, ex preparator­e al Napoli e al Bologna. A destra Carlo Voltolini, ora alla Spal dopo un’esperienza alla Virtus Bologna

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