Corriere di Bologna

Guerra, colpe, amori Il giallo su Nanni raccontato da Garuti

- Massimo Marino

«Quella che narro è una storia vera. L’ho sentita ripetere fin da quando ero bambino nel paese dove sono nato, San Giorgio di Piano». Ora la vicenda di Nanni è diventata un romanzo, La colpevole, scritto da Maurizio Garuti per Pendragon. Lo presenta domani alle 18.30 alla libreria Coop Ambasciato­ri in dialogo con Alberto Sebastiani. Garuti aggiunge così un tassello a quella specie di romanzo epico della Bassa che sta componendo da anni, rielaboran­do storie di donne, di uomini, di momenti politici e di vita quotidiana della Bassa e di Bologna. Ha interpreta­to con la sua scrittura piana e avvincente padre Marella e il sindaco Dozza; ha ricordato, nel recente Il lungo inverno e in altri testi, storie della Resistenza; ha sottratto alla dimentican­za vite di donne, di partigiane, di imprendito­ri, di negozianti, di molte altre persone, e costumi, tradizioni, fatti, in una «commedia umana» che è anche un denso, umano, trattato storico e antropolog­ico.

Il romanzo, frutto di molte sedute di registrazi­one con il protagonis­ta reale dei fatti, oggi più che ottantenne, parte da una telefonata che nel 2002 sorprende Nanni nel suo negozio. Dall’ospedale di una città veneta gli spiegano che sua madre ha avuto un ictus, che stanno per dimetterla, ma devono affidarla a qualcuno perché non è autosuffic­iente. Nanni cade dalle nuvole. Sa di avere quella madre, ma lei è sempre stata lontana da lui, che quasi ne ignorava l’esistenza fino a quando non è andato a Vicenza per procurarsi l’atto di nascita necessario per sposarsi. Lì ha scoperto di essere figlio di lei e di padre ignoto. Allora gli è tornato in mente quell’appellativ­o tremendo che sentiva ripetere in casa da bambino: «t***a».

Riemerge a poco a poco una storia di guerra. Alberto, militare a Vicenza, fa l’amore con la bella cameriera. La mette incinta, ma non vuole, sulle prime, assumersi le sue responsabi­lità. Poi è costretto a farlo, a sposare Angela. Invia lei e il bambino presso la famiglia a San Giorgio. Lui è costretto a rimanere militare a Vicenza, e dopo l’armistizio si disperde. Lei, sul finire della guerra, commette la colpa: si innamora di un ufficiale tedesco e con lui progetta di fuggire. Nei momenti concitati della fuga un subordinat­o del suo amante uccide il nonno di Nanni. Da allora Angela rimane lontana dal figlio. Dopo la guerra subisce due processi. Dal primo ne esce col capo rasato, come tutte le donne che se l’erano intesa col nemico. Il secondo ha una sentenza ben più drammatica, che la fa uscire dalla vita del figlio piccolo. Su questo mistero girano molte delle domande del romanzo. Ci spiega l’autore: «Mi piace ridare il soffio vitale a storie dimenticat­e. La mia opera si colloca tra romanzo e tradizione orale, con uno sguardo a Beppe Fenoglio, raccoglito­re e narratore di storie vere, delle Langhe nel suo caso, destinate a essere disperse. La mia ambizione è di tornare a farle agire per la mente e per il cuore, magari con la forza un mito, di una canzone, di qualcosa che resta».

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La copertina e l’autore Maurizio Garuti
Pagine La copertina e l’autore Maurizio Garuti

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