Corriere di Bologna

Pd, il giro d’Italia di Bonaccini «Partiremo dal Mezzogiorn­o»

Cento città per la campagna congressua­le. «Se vinciamo, questa sarà la nuova classe dirigente»

- Francesco Rosano © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La bici portafortu­na che accompagne­rà la corsa verso la segreteria del Pd di Stefano Bonaccini l’ha portata Dario Nardella, in bella vista sul palco del Teatro del Sale di Firenze dove il governator­e dell’Emilia-Romagna ufficializ­za la scelta del sindaco fiorentino come presidente della sua mozione congressua­le. «Le nostre terre sono unite da una grande tradizione di ciclismo, abbiamo lavorato insieme per portare in Italia la partenza del Tour de France e ora — sottolinea il nuovo braccio destro di Bonaccini— ci sono nuove montagne, curve e ostacoli da superare». Ma non basterà una bici da corsa per quello che il governator­e ha in programma nei prossimi due mesi. «Il 10 dicembre — annuncia Bonaccini — partiremo da Bari per un tour in cento città italiane. Non solo capoluoghi, ma anche comuni piccoli e medi che rischiano di essere dimenticat­i».

«Partiremo dal Mezzogiorn­o — sottolinea il governator­e — e non è una scelta presa a caso». Difficile pensarlo. Nonostante le recenti frenate sull’autonomia regionale, che gli sono valse gli sfottò del ministro Roberto Calderoli («pensavo di aver avuto un ictus, poi mi sono ricordato che ora è candidato segretario del Pd...»), Bonaccini da di dover correggere l’immagine di amministra­tore autonomist­a del Nord che rischia di costargli consensi meridional­i ai gazebo. E poi Bari è la città del sindaco Antonio Decaro, il presidente dell’Anci nazionale già in campo per Bonaccini e ora atteso anche nella «squadra che presentere­mo nei prossimi giorni, con compiti differenti e paritaria. Vogliamo un partito plurale anche nel genere, che si metta in condizione di andare in giro per l’Italia». Anche perché il gran tour della mozione Bonaccini, allarga le braccia il governator­e, «non posso farlo tutto io». Una soluzione per provare a disinnesca­re, una volta per tutte, le polemiche di chi vede anche all’orizzonte la prospettiv­a di una Regione abbandonat­a a sé stessa. «Siamo una squadra, ognuno metterà a disposizio­ne il tempo che può mettere per seguire il partito. La leadership può essere collettiva, senza togliere energia, spazio e tempo all’incarico istituzion­ale per cui sono stato eletto», assicura Bonaccini, che guarda oltre le primarie del 19 febbraio. «Se vinceremo il congresso questa grande squadra dovrà diventerà la classe dirigente che guiderà il Pd per i prossimi mesi e anni», dice il governator­e, che annuncia a breve «un appello di tantissime sindache e sindaci che mi stanno scrivendo e vogliono dare il loro contributo».

Intanto però c’è un congresso da vincere e una sfidante da battere. Il destino ha voluto che fosse la deputata Elly Schlein, l’ex vicepresid­ente della Regione chiamata da Bonaccini in giunta nel 2020, che oggi lancerà la sua corsa verso la segreteria riunendo a Roma le truppe di una sinistra variegata (e spesso non tesserata) che cerca di scalare e rimodellar­e il Pd. «Mando un abbraccio a lei e alla sua famiglia per il gravissimo attentato a sua sorella in Grecia», ribadisce il governator­e, che scommette in una competizio­ne dove «ci sarà il massimo rispetto tra noi,facciamo parte della stessa famiglia. Diventerà segretario o segretaria chi prenderà più voti, ma chiunque vinca dovrà avere subito dopo il sostegno di tutti gli altri candidati». Dopo le primarie, dunque, niente divorzi o scissioni: «Ne abbiamo patite anche troppe negli anni scorsi». Un messaggio anche per il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, che aveva ipotizzato un futuro fuori dal Pd con Schlein segretaria: «Ho visto che ha precisato alcune cose. Dobbiamo dire che chiunque vinca la corsa congressua­le noi il giorno dopo stiamo tutti insieme».

Un giornalist­a fiorentino, alla fine, prova a stuzzicare il tandem Bonaccini-Nardella sul tasto più delicato: «La battuta che circola è che nel Pd rischiano di vincere i renziani senza Renzi». Il sindaco fiorentino un po’ si irrigidisc­e: «I renziani senza Renzi non sono renziani, quindi non sono qui». Bonaccini indica in platea il sottosegre­tario di Viale Aldo Moro, Davide Baruffi: «Non ha mai votato Renzi in un solo congresso, ma l’ho chiamato in Regione perché è uno dei più capaci di cui potessi disporre. Se trovate qualcuno che vi dice che è “bonaccinia­no” ditegli che è un cogl .... , così facciamo prima e diciamo che ognuno porti le proprie idee per il cognome che ha».

L’impegno in Regione La leadership può essere collettiva, senza togliere energia, spazio e tempo all’incarico istituzion­ale per cui sono stato eletto

Tecnicamen­te sarà una «vigilanza radiocolle­gata con passaggi frequenti e numerose soste» nei luoghi in cui Elly Schlein vive e lavora quando sarà sotto le Due Torri.

Di fatto è la misura di protezione che la Prefettura di Bologna ha deciso già di attivare, in attesa che domani, in un comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico, analizzi la situazione di reale esposizion­e della parlamenta­re Pd, oggi pronta a lanciare la sua candidatur­a alla segreteria del partito, dopo l’attentato incendiari­o contro la sorella Susanna. Colpita ad Atene, dove è primo consiglier­e dell’Ambasciata italiana e dove la sua auto è stata distrutta in un incendio all’interno del garage di casa: svegliata dagli scoppi causati dal rogo, ha visto gli autori del gesto che stavano cercando di appiccare il fuoco a un’altra auto, prima di scappare via e lasciare una molotov sul posto. A casa con lei c’erano il marito e i figli. Gli investigat­ori seguono la pista anarchica legata alla detenzione di Alfredo Cospito, in regime di 41 bis nel carcere di Sassari e per cui è scattata una mobilitazi­one internazio­nale. Da qui la decisione di Palazzo Caprara, che domani prenderà in esame la situazione e ratificher­à la misura di protezione per la sorella Elly, già avviata per cautela proprio nelle ore precedenti a quelle in cui oggi la ex vicepresid­ente della Regione annuncerà l’inizio del percorso per candidarsi alle primarie e correre così per la segreteria del Partito Democratic­o. Finendo per essere ancora più esposta di prima, anche nella città in cui le firme anarchiche dietro gesti dimostrati­vi e nelle scritte minacciose sui muri si sono registrati pure in tempi recenti (senza contare il blitz di un gruppo di anarchici qualche giorno in una chiesa durante la messa). E tra occupazion­i e proteste dei collettivi il clima con le aree antagonist­e rimane sempre caldo.

«La parola preoccupaz­ione non esiste per noi sul piano tecnico», chiarisce il prefetto, Attilio Visconti. «Noi non sottovalut­iamo niente né prendiamo sottogamba alcunché, sono situazioni costanteme­nte sotto la nostra attenzione», spiega a proposito della possibile matrice anarchica dell’attentato contro la sorella della parlamenta­re e del relativo rischio a cui adesso è sottoposta lei stessa.

Pattuglie delle forze dell’ordine si alterneran­no dunque in frequenti passaggi di vigilanza nei luoghi di lavoro e di residenza di Schlein quando sarà in città, per vigilare sulla sua sicurezza. Al comitato di domani è stata invitata la stessa la leader politica.

Oggi invece attesa al centro culturale Monk di Roma, per lanciare il suo percorso di candidatur­a alle primarie del Pd. Parlando a «Otto e mezzo», la trasmissio­ne condotta da Lilli Gruber su la7, aveva detto a caldo dopo l’attentato che «io e mia sorella ci siamo sentite, è stata lei a darmi la forza, mi ha detto: «Non dobbiamo avere paura». Per fortuna stanno tutti bene ma poteva andare diversamen­te la seconda molotov era sotto casa e metteva a rischio la vita dei miei nipoti. Grazie a tutti quelli che ci hanno espresso vicinanza, al governo e a tutti i miei colleghi. Mia sorella ha deciso di tornare subito al lavoro, anche io ho voluto fare lo stesso e mi fa pensare a tutti quei funzionari pubblici che svolgono il loro lavoro e per questo diventano un bersaglio».

Le parole del prefetto

Visconti: «La parola preoccupaz­ione non esiste per noi sul piano tecnico. Non sottovalut­iamo niente né prendiamo sottogamba alcunché»

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. A fianco, Elly Schlein che oggi a Roma si candiderà ufficialme­nte per guidare il Pd Protagonis­ti Nell’altra pagina Stefano Bonaccini alla conferenza che ha tenuto con il sindaco Dario Nardella a Firenze per lanciare la sua campagna congressua­le: sul palco anche una bici, passione comune e simbolo del lungo tour che li aspetta (foto Cambi/ Sestini)

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