Quella borsa del medico che non vediamo più
Sono in corso gli sforzi per colmare i vuoti d’organico per scarsa lungimiranza. In attesa, è stato alzato il tetto degli assistiti pro capite. Nella scuola sono nate così le classi pollaio e il paragone non è consolante. Tra i tanti virologi reclamizzati dal Covid, sarebbe stato bello che qualcuno avesse denunciato in anticipo il controsenso del dovere nell’ambulatorio del medico di famiglia causa l’influenza, senza nemmeno la protezione della mascherina. Altri tempi, quando un negoziante, in cerca di difesa sotto le accuse di furbizia fiscale, raccontava di resistere anche con 38 di febbre, mica come quelli del posto fisso, a letto per due linee. Pensarci dopo, quando una pandemia rivoluziona il mondo, sono buoni tutti. Facile bombardare con regole di buon senso, tipo lavarsi le mani e non starnutire in faccia al prossimo, se poi evapora la pratica. Come con il Pos: il tempo di assorbire le istruzioni per l’uso e subito come non detto. Pare che l’Europa voglia eliminare le bustine monodose di zucchero: si spera almeno non al bar, per evitare il caffè corretto al virus. La gente si lamenta per attese eterne al Pronto soccorso, non soltanto nel profondo sud (a Milano da 6 a 10 ore per visitare un bimbo con febbre a 40). Gli esperti spiegano che sono troppe le persone in fila, per quanto curabili al proprio letto. Si torna daccapo: se il tuo medico non viene da te, allora vai tu a farti visitare dove la porta è sempre aperta. Per smistare su binari distinti secondo gravità le richieste di aiuto (e smorzare le proteste sui social) ci si proverà con la moltiplicazione dei numeri di telefono per raffinare il 118 del vero soccorso rosso. Nel frattempo, per convincere il paziente impaziente che, senza vera urgenza, rischia ad andare in ospedale, perché non usare la proverbiale strategia dell’uomo avvisato, mezzo salvato. Basterebbe esibirgli la lista della spaventosa brigata di batteri e virus infettanti in cerca di compagnia. Capirà che è più salutare (appunto) lasciare il posto a chi, purtroppo, non ha scelta.