I 100 giorni della Saga Coffee Inchiesta sociale sulla vertenza
Lepore: impegno comune da replicare. Dalla ricerca nascerà un documentario
Il caso Saga Coffee sarà al centro della prima inchiesta sociale promossa dal Comune di Bologna e la Fondazione per l’Innovazione urbana in collaborazione con Fiom-Cgil e Fim-Cisl. Obiettivo: comprendere cause ed effetti della vertenza sindacale e favorire, attraverso interviste, pubblicazioni, incursioni fotografiche e pure un documentario, la conoscenza diffusa e partecipata di quanto avvenuto nella comunità di Gaggio Montano, dove è stata esperita una nuova pratica di democrazia urbana che si vorrebbe replicare anche altrove.
Il progetto sarà sviluppato tra le azioni previste dalla delega all’Inchiesta sociale affidata alla ricercatrice e presidente della fondazione Erika Capasso; una novità lanciata da Palazzo d’Accursio in questo mandato amministrativo. «La volontà è dotarsi di innovative pratiche di immaginazione civica — spiega Capasso, accompagnata dal consigliere metropolitano con delega al lavoro Sergio Lo Giudice — per rapportarsi al meglio con i cittadini e vivere, con senso di comunità, il territorio per analizzare quanto accade e come da ciò possano nascere future dinamiche di sviluppo, anche del capitale sociale».
«Vogliamo raccontare — sottolinea il sindaco Matteo Lepore — come i 100 giorni di presidio davanti alla Saga Coffee abbiano cambiato la storia della montagna e dell’Appennino. Perché raccontare questa storia? Perché questo percorso può essere ripetuto anche su altre vertenze. La collaborazione fra sindacati, istituzioni e imprese e questo modo di condurre una battaglia insieme ad un’intera comunità va mostrata, anche per indicare una strada al governo e al Parlamento in una stagione nella quale le delocalizzazioni sono ancora all’ordine del giorno. L’impegno di Bologna è salvaguardare in maniera innovativa il lavoro e far rimanere le industrie, anche in zone periferiche di montagna». Un «patriottismo industriale» che Lepore ha indicato come via maestra anche in occasione della presentazione del libro La scalata dell’Everest in ciabatte nato dal diario quotidiano pubblicato su Facebook dal funzionario Fiom Primo Sacchetti.
L’indagine ripercorrerà tutta la vicenda, a partire dal 4 novembre 2021 quando la multinazionale Evoca Group ha annunciato la chiusura dello stabilimento, la delocalizzazione della produzione di macchine professionali per il caffè fra Valbrembo, Spagna e Romania e la perdita di 220 posti di lavoro, fino ad arrivare all’accordo per la re-industrializzazione del sito attraverso la newco Gaggiotech.
Saranno messe in evidenza le relazioni istituzionali e sindacali che si sono sviluppate per salvare l’economia di una vallata e le relazioni dal basso che sono state intessute da tutti gli attori di quel territorio, attivando meccanismi di cooperazione comunitaria, reti solidali e una vera e propria infrastruttura fisica di presidio.
Il progetto, avviato a novembre andrà avanti fino a giugno 2023, sarà sviluppato con la collaborazione di Lorenzo Zamponi, ricercatore della Scuola Normale Superiore e metterà in campo un’attività di ascolto di tipo quantitativo, tramite incontri e la somministrazione di questionari alla cittadinanza (si punta a raccoglierne almeno 300).