«Il mio jazz totale»
È uscito «Slam», il nuovo album di Frabetti nato dall’unione con le sonorità di Scalabrin
DaRise è il nome del duo che vede insieme il trombettista bolognese Diego Frabetti (anche al pianoforte) e Nicolò Scalabrin (chitarra, basso, elettronica). Da pochissimi giorni hanno pubblicato l’album intitolato «Slam» che Frabetti ci racconta.
L’album, a livello di sonorità, ha radici lontane nel tempo?
«Sì, dal punto di vista dei riferimenti come il jazz e altre musiche. Entrambi siamo jazzisti, musicisti che provengono dal conservatorio ed è chiaro che ci sono dei rimandi a tante sonorità. L’album è comunque un lavoro calato nell’attualità».
Come è stato sviluppato il lavoro di composizione?
«Le sedute di registrazioni sono state poco più del numero delle tracce contenute nell’album. Abbiamo avuto una grande intesa musicale».
È possibile catalogare questo lavoro dentro un genere musicale?
«Sicuramente è un disco di musica strumentale, tranne in un brano, che si può collocare tra l’hip-hop, la trap e il soul. Rimane ad ogni modo una catalogazione generica, perché dentro ci sono anche elementi jazz, o musica etnica».
Nell’album ci sono diverse collaborazioni. Come sono arrivate?
«Per quasi tutti i brani avevamo in mente un artista ben preciso. Contattandoli hanno tutti accettato il nostro invito. Collaborazioni di getto che si sono concretizzate alla prima registrazione, come quella con TY1, che ha fatto uno scratch o il solo alle tastiere di Max D’Ambra. Tra le altre quella di Darryl Hall e la voce di Manel, quest’ultima presente nel brano uscito pure come singolo ed intitolato We ain’t nothing (so far)».
Chi si occupa della pubblicazione l’album?
«È la Thaurus Publishing, che lavora in ambito trap e rap con nomi molto famosi. Hanno sentito il disco ed è piaciuto, così il nostro lavoro, quasi esclusivamente strumentale, è nel loro catalogo, una produzione al di fuori del raggio d’azione della Thaurus».