Gli Stati generali della notte al via Il modello Londra
Èaffollatissima la Sala Tassinari che ospita il primo appuntamento pubblico degli stati generali del ’Piano della notte’. Accanto alla vicesindaca Emily Clancy, titolare della delega per la notte, ci sono Amy Lamè, la «Zarina della notte» che da sei anni sta affrontando questo tema a Londra e Giulia Casonato, delegata alla notte del Comune di Trento che illustrano il percorso di gestione e programmazione avviato dalle due città. «Una più grande e una più piccola di Bologna, due esperienze diverse da cui potremo ricavare informazioni», dice Clancy. Fuori dalla sala, nel cortile di Palazzo d’Accursio ci sono anche i rappresentanti di una quindicina di comitati cittadini che da anni battagliano per il diritto al riposo. Composti dietro al loro grande striscione dialogano con la vicesindaca lamentando i tempi lunghi di questa sorta di riforma. «Negli ultimi anni le cose non sono andate molto bene, ora l’amministrazion è intenzionata a cambiare passo. L’obiettivo è creare un piano partecipato che regoli tutti gli aspetti della notte», dice la vicesindaca. Due le date da tenere d’occhio: il 19 aprile ci sarà la presentazione degli esiti del questionario che ha coinvolto oltre 5000 persone e «da cui si parte per avviare la coprogettazione del Piano». Dopodiché il 4 maggio ci sarà il primo incontro di costruzione della governance (un organo permanente sotto la guida della delegata) «dove potersi confrontare con tutti gli operatori e monitorare le soluzioni che metteremo in campo. C’è bisogno costante di feedback per valutare gli effetti dei provvedimenti». Lo studio londinese traccia una strada che Bologna ha subito abbracciato: un approccio olistico. Come deve fare un medico col paziente: si guarda il tutto, non solo la patologia. La notte non è solo un braccio di ferro fra i biassanot 2.0 e i residenti. Al centro ci sono anche i lavoratori. «Sono 1.6milioni quelli londinesi attivi dalla 6 pm alle 6am», dice Amy Lamè. Una città nella città, con tutte le dovute diverse sfumature. Ecco allora il dialogo con gli esercenti, «vogliamo coinvolgerli di più, vogliamo una notte più di qualità, l’alleanza con loro è importante». Difficile spostare la movida in una Bologna policentrica, ma «costruiremo altre offerte notturne meno centrali, investiremo su zone nuove, metteremo le risorse necessarie come è avvenuto per ile nuove 6 linee Tper».