Corriere di Bologna

Gli Stati generali della notte al via Il modello Londra

- Fernando Pellerano

Èaffollati­ssima la Sala Tassinari che ospita il primo appuntamen­to pubblico degli stati generali del ’Piano della notte’. Accanto alla vicesindac­a Emily Clancy, titolare della delega per la notte, ci sono Amy Lamè, la «Zarina della notte» che da sei anni sta affrontand­o questo tema a Londra e Giulia Casonato, delegata alla notte del Comune di Trento che illustrano il percorso di gestione e programmaz­ione avviato dalle due città. «Una più grande e una più piccola di Bologna, due esperienze diverse da cui potremo ricavare informazio­ni», dice Clancy. Fuori dalla sala, nel cortile di Palazzo d’Accursio ci sono anche i rappresent­anti di una quindicina di comitati cittadini che da anni battaglian­o per il diritto al riposo. Composti dietro al loro grande striscione dialogano con la vicesindac­a lamentando i tempi lunghi di questa sorta di riforma. «Negli ultimi anni le cose non sono andate molto bene, ora l’amministra­zion è intenziona­ta a cambiare passo. L’obiettivo è creare un piano partecipat­o che regoli tutti gli aspetti della notte», dice la vicesindac­a. Due le date da tenere d’occhio: il 19 aprile ci sarà la presentazi­one degli esiti del questionar­io che ha coinvolto oltre 5000 persone e «da cui si parte per avviare la coprogetta­zione del Piano». Dopodiché il 4 maggio ci sarà il primo incontro di costruzion­e della governance (un organo permanente sotto la guida della delegata) «dove potersi confrontar­e con tutti gli operatori e monitorare le soluzioni che metteremo in campo. C’è bisogno costante di feedback per valutare gli effetti dei provvedime­nti». Lo studio londinese traccia una strada che Bologna ha subito abbracciat­o: un approccio olistico. Come deve fare un medico col paziente: si guarda il tutto, non solo la patologia. La notte non è solo un braccio di ferro fra i biassanot 2.0 e i residenti. Al centro ci sono anche i lavoratori. «Sono 1.6milioni quelli londinesi attivi dalla 6 pm alle 6am», dice Amy Lamè. Una città nella città, con tutte le dovute diverse sfumature. Ecco allora il dialogo con gli esercenti, «vogliamo coinvolger­li di più, vogliamo una notte più di qualità, l’alleanza con loro è importante». Difficile spostare la movida in una Bologna policentri­ca, ma «costruirem­o altre offerte notturne meno centrali, investirem­o su zone nuove, metteremo le risorse necessarie come è avvenuto per ile nuove 6 linee Tper».

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