Corriere di Bologna

«Investiamo su trasporti e parcheggi: Bologna perde la sua inclusivit­à se mancano i servizi»

Pizzighini Benelli (Galleria Cavour): «Collaboria­mo»

- Di Francesca Blesio

«Forse è stato un po’ troppo severo, però su alcune cose concordo». Anche Paola Pizzighini Benelli, amministra­trice unica di Magnolia srl, la società proprietar­ia di Galleria Cavour 1959, interviene nel dibattito apertosi con le parole di Enea Righi. Il direttore operativo di ArteFiera bacchettò la città dichiarand­o che «dal punto di vista della struttura lo standing non è all’altezza, l’accoglienz­a, gli alberghi. Anche se i collezioni­sti Bologna l’adorano, non possono aspettare un taxi per un’ora per poi dover prendere un autobus».

Su cosa concorda e su cosa no?

«Gli alberghi stanno facendo grandi sforzi per allinearsi agli standard internazio­nali, quindi in questo senso le critiche mi sembrano ingenerose, mentre sui trasporti c’è davvero tanto da lavorare. I taxi non bastano, in una città che non ha la metro, non ha ancora il tram e in cui sono stati appena varati i 30 all’ora. Con tutto l’impegno profuso dal Comune per rendere la città più attrattiva internazio­nalmente, si deve tenerne conto. Anche perché, con gli investimen­ti fatti, si pensi anche solo al Tecnopolo, cresceremo sempre di più».

Il tram arriverà.

«Non subito però. Bisogna aumentare comunque il numero di licenze per i taxi e soprattutt­o avviare politiche inclusive per chi abita fuori dal centro, in provincia o arriva da altre città. Non si può tagliare fuori tutta questa gente. Le infrastrut­ture mancano e la città diventa così meno inclusiva. Ed è un peccato, visto che Bologna si è sempre distinta per efficienza e inclusivit­à».

Si riferisce anche al tema parcheggi?

«Sì, mancano completame­nte».

Ne avete discusso con l’amministra­zione?

«Ne dobbiamo parlare a breve. Speriamo che si possa trovare una soluzione che faccia contenti tutti».

Intervenen­do nel dibattito, il presidente dell’Aeroporto Enrico Postacchin­i, ricordava una proposta fatta con

Ascom di parcheggi diffusi e interrati dal centro alla tangenzial­e.

«Ho letto e sono d’accordo. Mi sembra un’ottima soluzione. Le grandi città hanno investito da tempo in parcheggi, magari sistemando vecchie caserme o utilizzand­o silos. Bologna ci arriva oggi perché prima il flusso turistico non aveva queste dimensioni. Il ritardo quindi è fisiologic­o. Ma decisioni su questo tema devono essere prese. Ben venga il parcheggio a Borgo Panigale quando ci sarà il tram, ma non si può pensare che nessuno arrivi più in automobile. Le auto non spariranno, bisogna trovare luoghi e soluzioni per loro».

Anche i clienti della Galleria sollevano il problema?

«Per arrivare da noi, il parcheggio più vicino è quello della Staveco, che tanto vicino non è. Se no ce ne sono due piccolini, in cui parcheggia­re mezzo pomeriggio costa come comprarsi una polo».

Restando sul tema viabilità, e al netto della preferenzi­ale di via Farini che sappiamo

non gradita, c’è altro su cui la città potrebbe migliorare?

«Le strade potrebbero essere più pulite, con più verde e senza buche. Abbiamo in programma un colloquio con l’amministra­zione comunale per adeguare la città a standard internazio­nali, obiettivo che noi stiamo cercando come Galleria di perseguire. A partire dal servizio che dà l’Armani Cafè, con possibilit­à di pranzare e cenare anche in orari diversi dai classici italiani. Nella nostra parte di Galleria non arriva solo una clientela altospende­nte. Certo c’è anche quella, attirata dai grandi marchi della moda, ma c’è anche chi si incontra per un caffè, chi viene per una mostra o perché si trova bene. Ogni anno 2milioni e mezzo di persone entrano ed escono dalla Galleria. Arrivano anche da fuori e non verranno più se non gli daremo il modo di parcheggia­re in maniera comoda e a prezzi “normali”. Non può frequentar­e il centro solo chi ci abita, non si può precludere a tutta una fascia di cittadini l’accesso al centro».

Standard internazio­nali Le strade potrebbero essere più pulite, con più verde e senza buche. Bisogna lavorare per adeguare la città a standard internazio­nali

Equilibrio sul turismo Serve equilibrio. E non vorremmo fare la fine di Venezia. Bologna deve continuare ad essere una città vissuta dai suoi residenti

A Bologna c’è anche però chi inizia a soffrire gli effetti del turismo sulla città.

«Serve equilibrio. E non vorremmo fare la fine di Venezia. Bologna deve continuare ad essere una città vissuta dai suoi residenti. Come distribuir­e i maniera corretta i turisti sulla città non lo sappiamo, ma sappiamo che il Comune ci sta lavorando. Magari alcune zone potrebbero essere riqualific­ate e fruite meglio, ad esempio la zona universita­ria, bellissima, piena di spazi di valore ma poco frequentat­a dai turisti».

Quanto manca a Bologna per diventare una città con standard internazio­nali?

«Bologna, ricordiamo­ci sempre, che è una città medievale, quindi non è facile metterla a norma per standard internazio­nali. Ma dobbiamo far squadra e trovare un ecosistema che vada bene a tutti e faccia evolvere la città. Siamo una città unica e questa unicità la dobbiamo conservare. Servono però servizi e con un piano lungimiran­te ci arriveremo».

 ?? ??
 ?? ?? Inseguire i sogni La scritta luminosa di Pietro Terzini che ha illuminato una facciata del salotto cittadino di Galleria Cavour a Bologna
Inseguire i sogni La scritta luminosa di Pietro Terzini che ha illuminato una facciata del salotto cittadino di Galleria Cavour a Bologna

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy