«Investiamo su trasporti e parcheggi: Bologna perde la sua inclusività se mancano i servizi»
Pizzighini Benelli (Galleria Cavour): «Collaboriamo»
«Forse è stato un po’ troppo severo, però su alcune cose concordo». Anche Paola Pizzighini Benelli, amministratrice unica di Magnolia srl, la società proprietaria di Galleria Cavour 1959, interviene nel dibattito apertosi con le parole di Enea Righi. Il direttore operativo di ArteFiera bacchettò la città dichiarando che «dal punto di vista della struttura lo standing non è all’altezza, l’accoglienza, gli alberghi. Anche se i collezionisti Bologna l’adorano, non possono aspettare un taxi per un’ora per poi dover prendere un autobus».
Su cosa concorda e su cosa no?
«Gli alberghi stanno facendo grandi sforzi per allinearsi agli standard internazionali, quindi in questo senso le critiche mi sembrano ingenerose, mentre sui trasporti c’è davvero tanto da lavorare. I taxi non bastano, in una città che non ha la metro, non ha ancora il tram e in cui sono stati appena varati i 30 all’ora. Con tutto l’impegno profuso dal Comune per rendere la città più attrattiva internazionalmente, si deve tenerne conto. Anche perché, con gli investimenti fatti, si pensi anche solo al Tecnopolo, cresceremo sempre di più».
Il tram arriverà.
«Non subito però. Bisogna aumentare comunque il numero di licenze per i taxi e soprattutto avviare politiche inclusive per chi abita fuori dal centro, in provincia o arriva da altre città. Non si può tagliare fuori tutta questa gente. Le infrastrutture mancano e la città diventa così meno inclusiva. Ed è un peccato, visto che Bologna si è sempre distinta per efficienza e inclusività».
Si riferisce anche al tema parcheggi?
«Sì, mancano completamente».
Ne avete discusso con l’amministrazione?
«Ne dobbiamo parlare a breve. Speriamo che si possa trovare una soluzione che faccia contenti tutti».
Intervenendo nel dibattito, il presidente dell’Aeroporto Enrico Postacchini, ricordava una proposta fatta con
Ascom di parcheggi diffusi e interrati dal centro alla tangenziale.
«Ho letto e sono d’accordo. Mi sembra un’ottima soluzione. Le grandi città hanno investito da tempo in parcheggi, magari sistemando vecchie caserme o utilizzando silos. Bologna ci arriva oggi perché prima il flusso turistico non aveva queste dimensioni. Il ritardo quindi è fisiologico. Ma decisioni su questo tema devono essere prese. Ben venga il parcheggio a Borgo Panigale quando ci sarà il tram, ma non si può pensare che nessuno arrivi più in automobile. Le auto non spariranno, bisogna trovare luoghi e soluzioni per loro».
Anche i clienti della Galleria sollevano il problema?
«Per arrivare da noi, il parcheggio più vicino è quello della Staveco, che tanto vicino non è. Se no ce ne sono due piccolini, in cui parcheggiare mezzo pomeriggio costa come comprarsi una polo».
Restando sul tema viabilità, e al netto della preferenziale di via Farini che sappiamo
non gradita, c’è altro su cui la città potrebbe migliorare?
«Le strade potrebbero essere più pulite, con più verde e senza buche. Abbiamo in programma un colloquio con l’amministrazione comunale per adeguare la città a standard internazionali, obiettivo che noi stiamo cercando come Galleria di perseguire. A partire dal servizio che dà l’Armani Cafè, con possibilità di pranzare e cenare anche in orari diversi dai classici italiani. Nella nostra parte di Galleria non arriva solo una clientela altospendente. Certo c’è anche quella, attirata dai grandi marchi della moda, ma c’è anche chi si incontra per un caffè, chi viene per una mostra o perché si trova bene. Ogni anno 2milioni e mezzo di persone entrano ed escono dalla Galleria. Arrivano anche da fuori e non verranno più se non gli daremo il modo di parcheggiare in maniera comoda e a prezzi “normali”. Non può frequentare il centro solo chi ci abita, non si può precludere a tutta una fascia di cittadini l’accesso al centro».
Standard internazionali Le strade potrebbero essere più pulite, con più verde e senza buche. Bisogna lavorare per adeguare la città a standard internazionali
Equilibrio sul turismo Serve equilibrio. E non vorremmo fare la fine di Venezia. Bologna deve continuare ad essere una città vissuta dai suoi residenti
A Bologna c’è anche però chi inizia a soffrire gli effetti del turismo sulla città.
«Serve equilibrio. E non vorremmo fare la fine di Venezia. Bologna deve continuare ad essere una città vissuta dai suoi residenti. Come distribuire i maniera corretta i turisti sulla città non lo sappiamo, ma sappiamo che il Comune ci sta lavorando. Magari alcune zone potrebbero essere riqualificate e fruite meglio, ad esempio la zona universitaria, bellissima, piena di spazi di valore ma poco frequentata dai turisti».
Quanto manca a Bologna per diventare una città con standard internazionali?
«Bologna, ricordiamoci sempre, che è una città medievale, quindi non è facile metterla a norma per standard internazionali. Ma dobbiamo far squadra e trovare un ecosistema che vada bene a tutti e faccia evolvere la città. Siamo una città unica e questa unicità la dobbiamo conservare. Servono però servizi e con un piano lungimirante ci arriveremo».