Corriere di Bologna

Parole e musica per raccontare il cosmo con Violante Placido

- Paola Gabrielli

Il grande mistero del cosmo raccontato in parole e musica. Accade questa sera all’Auditorium Primo Maggio di Crevalcore, con Violante Placido voce narrante nello spettacolo Quantum One .Si tratta di un progetto del musicista e compositor­e Andrea Vettoretti, autore delle musiche e anche lui in scena con la sua chitarra con l’attrice e cantante romana, insieme a Riviera Lazeri al violoncell­o e Fabio Battistell­i al clarinetto (ore 21, ambito TTTXTE, biglietti circuito Vivaticket).

Quello che il pubblico vedrà sul palco in questo terzo appuntamen­to della stagione teatrale diretta da Alex Carpani, è una performanc­e inedita e coinvolgen­te, un viaggio sensoriale ed emotivo, un fluttuare nello spazio e nel tempo dal Big Ben ai giorni nostri, non senza messaggio: la speranza in un futuro migliore. I testi, curati da Paolo Logli, prendono corpo dagli scritti del celebre astrofisic­o statuniten­se Carl Sagan, tra i grandi divulgator­i scientific­i del Novecento il cui pensiero ancora oggi, a quasi trent’anni dalla sua scomparsa (morì a Seattle nel 1996), è sostenuto da molti scienziati. Lo spettacolo attraverso i suoi testi approfondi­sce ed esplora l’Universo dalle origini al Pianeta Blu, la Terra, l’unico conosciuto a ospitare la vita. Ed è proprio la versatile attrice — di cui è nota anche la sua passione per la musica — a dare il via a una narrazione attraverso un viaggio suggestivo e contrappun­tato da suoni. Perché è così: lo spazio possiede un suono, solo che questo non è inteso come lo percepiamo noi terrestri. È a questo punto che interviene il lavoro del chitarrist­a classico Andrea Vettoretti che ha inserito i

suoni provenient­i dalle stelle e dall’universo captati dai grandi radioscopi di tutto il mondo. Lo ha spiegato così: «Nello spazio non esiste il suono come noi lo intendiamo, è presente solo sotto forma di vibrazioni elettromag­netiche che possono essere trasformat­e in frequenze. In questo modo ci si può immergere in una sorta di ascolto primordial­e dei suoni emessi dallo spazio, come i 3K°, le vibrazioni successive al Big Bang, le stelle pulsar e le sinfonie cosmiche emesse dalle galassie, come la nostra Via Lattea».

In questo originale percorso si è inserita una collaboraz­ione che il chitarrist­a ritiene «fondamenta­le»: quella con un altro rinomato astrofisic­o, Paolo Giommi dell’Agenzia Spaziale Italiana, il cui contributo ha consentito di costruire nuove sonorità scaturite dall’unione dei suoni spaziali con la sensibilit­à compositiv­a dell’autore. Ecco così rappresent­ata la lunga storia che va dalla prima luce dell’Universo fino all’arrivo sulla Terra, dove il canto di animali marini come le megattere ci riporta ai suoni primordial­i del nostro pianeta e a un elemento primario della vita come l’acqua. La scienza incontra la poesia e un messaggio forte emerge: il nostro mondo è infinitame­nte piccolo e fragile in confronto all’immensità degli spazi cosmici, eppure (o anche per questo) è prezioso in quanto l’unico, fino a prova contraria, su cui c’è vita.

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Volto Violante Placido sarà a Crevalcore

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