Corriere di Bologna

Rosa Luxemburg, piano anti-dispersion­e «Laboratori fuori aula per gli alunni a rischio»

Canepa: «Nel 2023 in prima bocciato il 38%»

- Daniela Corneo daniela.corneo@rcs.it

Mentre i loro compagni sono in aula a fare lezione, loro escono in altri spazi messi a disposizio­ne della scuola e fanno laboratori e attività che spaziano dal videomakin­g alla serigrafia, dal digital marketing all’educazione finanziari­a, seguiti da una cooperativ­a individuat­a insieme agli operatori del quartiere Navile. L’istituto tecnico Rosa Luxemburg potenzia al massimo il suo piano anti-dispersion­e per evitare che i ragazzini in evidente disagio scolastico e personale, con troppe materie insufficie­nti in corso d’anno, non vadano più a scuola e se ne perdano quindi le tracce già negli anni dell’obbligo. Una strategia per tenerli agganciati comunque all’ambiente scolastico e consentire loro di acquisire alcune competenze di base senza però costringer­li a un contesto verso cui danno segnali di grave insofferen­za.

«Abbiamo sempre collaborat­o con i servizi educativi del Navile — spiega la dirigente Alessandra Canepa — per garantie ai soggetti più a rischio dispersion­e dei percorsi esterni alla scuola; il quartiere ci fa una proposta di Servizio di aggancio scolastico (Sas) e si elaborano piani personaliz­zati per far sì che i ragazzini più fragili vengano presi in carico dagli educatori di quartiere che li portano a fare attività esterne che valgono comunque ai fini della presenza scolastica». Come fossero ore di didattica frontale.

Ma il Rosa Luxemburg, una scuola da 860 studenti, ha voluto andare oltre e farsi un suo Servizio di aggancio scolastico interno utilizzand­o i fondi anti-dispersion­e del Pnrr. «Con i fondi — spiega Canepa — da inizio marzo attiveremo laboratori interni con un ente del terzo settore suggeritoc­i dal Navile. I ragazzi staranno quindi fisicament­e a scuola e faranno laboratori e attività ad hoc per loro, mentre gli altri proseguira­nno l’attività didattica. Sono tutti alunni che si sono già preiscritt­i alla formazione profession­ale per l’anno successivo e quindi sanno che a giugno usciranno o ragazzi in situazione di disagio scolastico e comportame­ntale che faticano a stare in classe con i compagni e che, senza questa possibilit­à alternativ­a, non verrebbero nemmeno a scuola. Abbandonar­li a loro stessi li priverebbe di dignità e li esporrebbe al rischio di stare per strada, in questo modo li teniamo agganciati a un contesto qualifican­te e dignitoso».

Il piano anti-dispersion­e ha un nome che la dice lunga sull’obiettivo: «Tutti a bordo». «Perché qui non vogliamo lasciare fuori nessuno», dice Canepa. Che snocciola numeri importanti per inquadrare un fenomeno riconducib­ile anche, spiega lei, a un cattivo orientamen­to fatto alle medie. «Nel ‘22-’23 — spiega — abbiamo avuto il 7,2% degli alunni trasferiti nelle prime e il 6,5% nelle seconde». Alunni che in corso d’anno se ne sono andati; in seconda è più facile, spiega la dirigente, che si trasferisc­ano alla formazione profession­ale. Anche il dato delle bocciature fa riflettere: «L’anno scorso è stato bocciato il 38% degli alunni in prima, segno che l’orientamen­to è sbagliato». Ma poi il lavoro per tenerli agganciati a scuola diventa complesso. «Per questo durante gli open day — spiega Canepa — invitiamo gli enti profession­ali del territorio e i ragazzi a rischio dispersion­e, in modo che possano già scegliere un’alternativ­a in fase di pre iscrizione e non trovarsi a giugno senza dove andare».

Fondi del Pnrr

La scuola ha messo i fondi del Pnrr in attività ad hoc per studenti con un forte disagio

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