Corriere di Bologna

Terzo mandato, il travaglio del Pd FdI: «Bonaccini si trovi un posto»

Schlein lancia un gruppo di lavoro in vista del voto in Commission­e. Pressing del governator­e

- Francesco Rosano

Alla Direzione nazionale del Pd va in scena la mossa del cavallo della segretaria Elly Schlein, che per ricompatta­re un Pd in fibrillazi­one sul nodo del terzo mandato (che in Emilia-Romagna ha soprattutt­o il volto di Stefano Bonaccini) mette sulla scacchiera dem un gruppo di lavoro per elaborare una proposta di riforma degli Enti Locali che includa il superament­o del limite dei due mandati. «Anche davanti a sensibilit­à diverse ci diamo una strada per arrivare ad una soluzione», dice la segretaria dem.

Ma la possibilit­à che questo lavoro di mediazione (interno al Pd) cambi l’esito del voto di giovedì sull’emendament­o della Lega che chiede il terzo mandato per i governator­i sono prossime allo zero. Tanto che il presidente della commission­e Affari costituzio­nali del Senato, il meloniano Alberto Balboni, non rinuncia a una battuta tagliente: «Penso che Bonaccini farà bene a trovarsi un’altra sistemazio­ne in previsione delle prossime elezioni regionali».

Al termine dell’assise dem, il presidente dell’Emilia-Romagna certifica che la guerra sotterrane­a nel Pd sul terzo mandato si è sgonfiata. «Oltre al sostegno alla relazione della segretaria, ho apprezzato la sua proposta di mettere assieme capigruppo, rappresent­anti dei gruppi parlamenta­ri e dei sindaci per trovare una sintesi in previsione del voto in commission­e a breve», dice Bonaccini, tornando a ribadire il suo punto di vista: «Se si estende il terzo mandato fino ai Comuni con quindicimi­la abitanti, non si capisce perché si debba evitarlo per gli altri Comuni e per i presidenti di Regione». Di certo la presenza nel gruppo di lavoro dem di due uomini forti di Viale Aldo Moro, Davide Baruffi e Igor Taruffi, accompagna­ti da tre sindaci d’animo riformista (Dario Nardella, Matteo Ricci e Antonio Decaro), è una garanzia per le tesi di Bonaccini. Resta però il fatto che la proposta leghista di superare il limiti di due mandati per i governator­i viaggia ancora verso una bocciatura quasi certa.

«Questo dibattito sul terzo mandato è abbastanza surreale. Primo perché credo che i cittadini abbiano altre priorità, secondo perché chi oggi vuole avere più mandati è lo stesso che ha votato il limite di due. Bonaccini ne è l’esempio», sottolinea Marco Lisei di Fratelli d’Italia, unico senatore bolognese nella commission­e di Palazzo Madama che giovedì si pronuncerà sull’emendament­o leghista. «Noi non abbiamo inserito il limite di due, ma non abbiamo intenzione di cambiarlo, siamo contrari —sottolinea il meloniano— e anzi lo stiamo introducen­do anche per il presidente del Consiglio». Un messaggio anche alla Lega, che potrebbe a questo punto ritirare l’emendament­o invece di andare incontro a una bocciatura in commission­e.

Il vertice di maggioranz­a in programma stamattina a Roma, da questo punto di vista, potrebbe mettere un punto alla questione prima ancora

Il presidente dem «Se si estende nei Comuni con 15mila abitanti, deve valere anche per le Regioni»

Lisei attacca

«Chi oggi vuole avere più mandati ha votato il limite di due. Bonaccini ne è l’esempio»

del voto di giovedì in commission­e Affari costituzio­nali. Dove il presidente Alberto Balboni, senatore ferrarese di FdI, non si aspetta ribaltoni. «Presumo che la Lega manterrà il suo emendament­o, ma ognuno voterà secondo le proprie convinzion­i: il terzo mandato non era nel programma», ricorda Balboni, che considera il gruppo di lavoro annunciato da Elly Schlein «solo un tentativo di risolvere un problema con la minoranza interna al Pd. La verità è che il Pd è diviso e anche stavolta ricorrerà all’Aventino», astenendos­i sull’emendament­o leghista.

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Abbraccio Il presidente del Pd e governator­e, Stefano Bonaccini, con la segretaria, Elly Schlein

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