Terzo mandato, il travaglio del Pd FdI: «Bonaccini si trovi un posto»
Schlein lancia un gruppo di lavoro in vista del voto in Commissione. Pressing del governatore
Alla Direzione nazionale del Pd va in scena la mossa del cavallo della segretaria Elly Schlein, che per ricompattare un Pd in fibrillazione sul nodo del terzo mandato (che in Emilia-Romagna ha soprattutto il volto di Stefano Bonaccini) mette sulla scacchiera dem un gruppo di lavoro per elaborare una proposta di riforma degli Enti Locali che includa il superamento del limite dei due mandati. «Anche davanti a sensibilità diverse ci diamo una strada per arrivare ad una soluzione», dice la segretaria dem.
Ma la possibilità che questo lavoro di mediazione (interno al Pd) cambi l’esito del voto di giovedì sull’emendamento della Lega che chiede il terzo mandato per i governatori sono prossime allo zero. Tanto che il presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, il meloniano Alberto Balboni, non rinuncia a una battuta tagliente: «Penso che Bonaccini farà bene a trovarsi un’altra sistemazione in previsione delle prossime elezioni regionali».
Al termine dell’assise dem, il presidente dell’Emilia-Romagna certifica che la guerra sotterranea nel Pd sul terzo mandato si è sgonfiata. «Oltre al sostegno alla relazione della segretaria, ho apprezzato la sua proposta di mettere assieme capigruppo, rappresentanti dei gruppi parlamentari e dei sindaci per trovare una sintesi in previsione del voto in commissione a breve», dice Bonaccini, tornando a ribadire il suo punto di vista: «Se si estende il terzo mandato fino ai Comuni con quindicimila abitanti, non si capisce perché si debba evitarlo per gli altri Comuni e per i presidenti di Regione». Di certo la presenza nel gruppo di lavoro dem di due uomini forti di Viale Aldo Moro, Davide Baruffi e Igor Taruffi, accompagnati da tre sindaci d’animo riformista (Dario Nardella, Matteo Ricci e Antonio Decaro), è una garanzia per le tesi di Bonaccini. Resta però il fatto che la proposta leghista di superare il limiti di due mandati per i governatori viaggia ancora verso una bocciatura quasi certa.
«Questo dibattito sul terzo mandato è abbastanza surreale. Primo perché credo che i cittadini abbiano altre priorità, secondo perché chi oggi vuole avere più mandati è lo stesso che ha votato il limite di due. Bonaccini ne è l’esempio», sottolinea Marco Lisei di Fratelli d’Italia, unico senatore bolognese nella commissione di Palazzo Madama che giovedì si pronuncerà sull’emendamento leghista. «Noi non abbiamo inserito il limite di due, ma non abbiamo intenzione di cambiarlo, siamo contrari —sottolinea il meloniano— e anzi lo stiamo introducendo anche per il presidente del Consiglio». Un messaggio anche alla Lega, che potrebbe a questo punto ritirare l’emendamento invece di andare incontro a una bocciatura in commissione.
Il vertice di maggioranza in programma stamattina a Roma, da questo punto di vista, potrebbe mettere un punto alla questione prima ancora
Il presidente dem «Se si estende nei Comuni con 15mila abitanti, deve valere anche per le Regioni»
Lisei attacca
«Chi oggi vuole avere più mandati ha votato il limite di due. Bonaccini ne è l’esempio»
del voto di giovedì in commissione Affari costituzionali. Dove il presidente Alberto Balboni, senatore ferrarese di FdI, non si aspetta ribaltoni. «Presumo che la Lega manterrà il suo emendamento, ma ognuno voterà secondo le proprie convinzioni: il terzo mandato non era nel programma», ricorda Balboni, che considera il gruppo di lavoro annunciato da Elly Schlein «solo un tentativo di risolvere un problema con la minoranza interna al Pd. La verità è che il Pd è diviso e anche stavolta ricorrerà all’Aventino», astenendosi sull’emendamento leghista.