«Noi, a caccia di artisti nel nome di Lucio con idee senza tempo»
Massimo Bonelli è il direttore artistico di «Ciao - Rassegna Lucio Dalla», giunta alla sua seconda edizione e in cartellone il 4 marzo al Teatro Celebrazioni.
Per lei chi è e cosa rappresenta Lucio Dalla?
«È probabilmente il più grande cantautore della musica italiana moderna e per me rappresenta un artista libero, che si è sempre espresso seguendo le sue idee senza piegarsi alle logiche di mercato. Un artista totale che amava non soltanto la musica ma anche il cinema, la pittura, la cultura e giocava con l’arte. Un vero e proprio esempio».
Quali sono le finalità di Ciao - Rassegna Lucio Dalla?
«Siamo alla ricerca degli artisti che incarnano il concetto di Dalla all’interno della loro creatività. È una rassegna non focalizzata sui numeri, per esempio di streaming ma sul valore artistico. La giuria composta da 150 addetti ai lavori vota prima per scegliere le nomination e poi per dare un nome ai vincitori nelle varie categorie».
Sembra di capire che all’interno delle attività della Fondazione Lucio Dalla la rassegna abbia un peso specifico importante, è così?
«Sì, decisamente. La Fondazione ha subito capito l’idea della rassegna, che non vuole raccontare la storia di Lucio ma incarnare l’idea di vita e di arte che aveva, una sorta di eredità emotiva, ideologica e filosofica. Una rassegna che va oltre la storia di Dalla».
È stato più facile portare a termine la prima o la seconda edizione?
«La prima edizione è stata una scommessa, nata in corsa e realizzata in pochissimo
tempo. Con la seconda c’era già una base su cui lavorare, un perfezionamento dell’idea iniziale. Per rispondere alla domanda è stato più difficile realizzare la prima edizione».
In una categoria c’è un ex aequo, insomma non siete arrivati ad un unico vincitore.
«La somma dei voti è risultata identica sia per Daniela Pes sia per Calcutta. Lo abbiamo comunicato ai due artisti che sono rimasti felici perché si stimano a vicenda».
Nella categoria «Progetto» ha vinto «Dallamericaruso il concerto perduto», immaginiamo che non c’erano chance per nessuno.
«Diciamo che un progetto così potente ed emozionante era abbastanza favorito».
Il livello qualitativo delle nuove proposte si è innalzato col passare del tempo?
«Sì e lo posso dire sulla base di diversi contest in cui lavoro, dal Concerto del Primo Maggio al Premio De André, la scelta diventa sempre più difficile per via delle tante proposte molto interessanti».
Nelle sue attività di alto profilo «Ciao» dove lo colloca?
«È uno dei progetti più importanti di cui mi occupo. L’idea che ci sia una rassegna che annualmente premia i nuovi artisti che stanno spostando in avanti l’asticella della musica italiana è molto rilevante. Quest’anno la rassegna avrà uno spazio televisivo in prima serata su Rai 1 il 6 aprile e su Rai Radio 2 a dimostrazione della sua importanza».