Corriere di Bologna

Castro, pazzo di Bologna: «Assomiglio a Lautaro»

La nuova punta: «Sono un attaccante potente». Saelemaeke­rs in dubbio per l’Atalanta

- Alessandro Mossini

A Casteldebo­le è stato il giorno di Santiago Castro: l’argentino si sta allenando in gruppo da martedì e scalda i motori in vista della prima convocazio­ne prevista per Bergamo. Un affare che ha caratteriz­zato l’intera sessione di gennaio: «Sapevo dell’interesse del Bologna da novembre, quando Sartori ha parlato con i miei agenti. Da allora ho iniziato a seguire la squadra in tv: mi piace la qualità e l’intensità di gioco che abbiamo. L’impatto con il Dall’Ara è stato impression­ante e l’affetto della gente è splendido: fin dal primo momento Bologna è ciò che ho sempre voluto».

Per convincere il Velez sono serviti tempo e 12 milioni, compresa una percentual­e sulla futura rivendita, poi c’è stato il Preolimpic­o dove ha conquistat­o il pass per Parigi con l’Argentina. «Non penso alla convocazio­ne — sorride l’argentino, che ha scelto il numero 18 — ma a lavorare al massimo in allenament­o. Sono felice dell’accoglienz­a del gruppo, sembra una famiglia». Dai contatti con Sartori a quelli con il ds Di Vaio nelle curve finali della trattativa. «Marco è stato fondamenta­le per rassicurar­mi sul futuro che avrei avuto. Ho guardato tanti suoi video su Youtube». Al fianco di Castro, il dirigente sorride: «Mi ha chiesto come ho fatto a segnare tanti gol in A, è un ragazzo che ha tanta voglia di imparare. Ha sposato il progetto Bologna, abbiamo anticipato il mercato sapendo che a giugno sarebbe stato complicato prenderlo».

Il ventenne si è già gustato la città («bellissima, si vede che ha storia e cultura») sorseggian­do il mate nel suo contenitor­e, su cui ha messo il simbolo del Bologna. Si presenta così: «Sono un attaccante centrale, potente. Aguero, Alvarez e Lautaro sono esempi da seguire: Martinez è un riferiment­o, visto che gioca in A. Ed è il giocatore a cui somiglio di più, anche fisicament­e». Per questo da «Toto», soprannome di una vita, è gradualmen­te diventato «Toro», come il nerazzurro. «Vengo da un barrio di Buenos Aires che si chiama San Martin mio papà è stato un calciatore. Gioco per lui, per mio fratello e la mia famiglia: mi sono stati vicini nei momenti felici e in quelli duri».

Da Castro al momento attuale rossoblù, che Di Vaio si gode: «La forza di questo gruppo è essere ambizioso. C’è grande attesa per Bergamo: sono un esempio per le squadre del nostro livello, arrivarci in questo stato di forma è stimolante».

Grande carica anche per la gara contro l’Inter: i biglietti venduti per il 9 marzo nei giorni di prelazione bolognese sono oltre 9.000, con i Distinti vicini al tutto esaurito dopo Curve e Tribuna Kids. Per Bergamo, però, è in dubbio Saelemaeke­rs: distorsion­e alla caviglia sinistra per il belga, che verrà rivalutata tra oggi e domani.

” Di Vaio La forza di questo gruppo è essere ambizioso Stimolante arrivare a Bergamo in questo stato di forma

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Attaccante Il ds Di Vaio con Santiago Castro, 20 anni (Bfc)

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