Mostre e cerimonie: nel nome del Giappone
Solo in quattro potranno indossare il kimono, l’abito tradizionale giapponese, durante una tradizionale cerimonia di vestizione. Due di loro saranno i vincitori di un contest partito su Instagram, in cui bisogna scegliere un’immagine che attesti la propria conoscenza della cultura giapponese. Al termine della dimostrazione, venerdì 8 marzo alle ore 17 presso il Dipartimento di Scienze di via Irnerio 42, il pubblico potrà però vestire alcuni modelli di haori, i tradizionali soprabiti per kimono, con i quali si potranno scattare delle foto ricordo. Sarà uno dei momenti clou di «Caleidoscopio Giappone», il mese di iniziative legate al Paese del Sol Levante promosso, da oggi al primo aprile, dal Sistema
Museale di Ateneo Unibo presieduto da Roberto Balzani e dal Centro Studi d’Arte Estremo Orientale di Bologna. In collaborazione con l’Università di Yamagata, centro di 250mila abitanti circa, città creativa Unesco per il cinema e tra le principali destinazioni invernali giapponesi. Noto anche per un fiore, il «falso zafferano», che veniva molto usato tra ‘700 e ‘800 per realizzare tessuti e rossetti grazie al pigmento rosso vivo che se ne ricavava, come racconta Alessandro Guidi del centro culturale di via Santa Maria Maggiore.
Alla città è anche dedicata una mostra nel Museo di Palazzo Poggi di via Zamboni 33, «Yamagata, città creativa», che affianca l’altra esposizione sui kimono nelle stampe
giapponesi già aperta nella vicina Sala di Arte Orientale dello stesso museo. Un calendario, su sma.unibo.it, farcito di laboratori in gran parte già soldout. Come quelli sulla cerimonia del tè del 10 marzo, sulle composizioni poetiche degli haiku per bimbi dai 9 ai 13 anni e sulla realizzazione delle piccole bambole giapponesi da usare come segnalibri, sempre per i più piccoli, utilizzando fogli di carta giapponese tradizionale. In programma anche alcune conferenze, sulla tradizione teatrale del «Matsuyama no», sul kimono nell’arte occidentale nell’opera di Monet, Renoir, Matisse, Klimt e Toulouse-Lautrec, sul valore nutritivo delle alghe giapponesi. Oggi alle 16, nella Sala di Ulisse di via Zamboni 33, si parte con la professoressa Koto Sato dell’Università di Yamagata che parlerà dei motivi benaugurali che appaiono sui kimono, come animali, piante, paesaggi e strumenti.