Corriere di Bologna

Lo smartwatch, i farmaci e l’amante Su Amato è battaglia tra consulenti

Al via il processo al medico accusato di aver ucciso la moglie e la suocera intossican­dole

- Andreina Baccaro

È arrivato il giorno del giudizio per Giampolo Amato, l’ex medico della Virtus e oculista al Maggiore, al momento sospeso, comparirà questa mattina davanti alla Corte d’Assise presieduta dal giudice Pierluigi Di Bari che dovrà processarl­o per il presunto duplice omicidio aggravato della moglie e della suocera, peculato e detenzione di sostanze psicotrope.

Niente telecamere a riprendere il processo: il presidente, con una decisione di certo non invisa all’imputato, ha negato l’autorizzaz­ione alla Rai, motivandol­a con «l’assenza di rilevanza sociale» dei fatti. A meno di ripensamen­ti, viste le rimostranz­e dell’Ordine dei giornalist­i e dell’Aser. Anche la vicesindac­a Emily Clancy ieri ha osservato: «Il nostro Comune pensa che ci sia altissima rilevanza sociale per quanto riguarda ogni femminicid­io», specifican­do che Palazzo d’Accursio sta ragionando se costituirs­i parte civile.

Insieme allo zio e alla sorella di Isabella Linsalata, Annamaria, che con i suoi sospetti sul cognato ha fatto partire le indagini, ci saranno tra le parti civili l’Ausl, per il peculato dei farmaci che per i pm sarebbero stati rubati in ospedale, e l’associazio­ne di donne Udi con l’avvocata Rossella

Mariuz. Non ci saranno i figli del medico, Anna Chiara e Nicola: hanno deciso di tenere per sé il dolore per la morte della madre e della nonna e i sospetti sul padre. Ma nonostante un riavvicina­mento tra il figlio minore e il padre, non potranno esimersi dal testimonia­re sul rapporto tra i genitori, sulle difficoltà economiche del medico e sulla sua relazione extraconiu­gale che per la Procura fu il movente principale dei delitti, nonché su quel 31 ottobre 2021 quando Amato chiese insistente­mente al figlio dove avrebbe passato la notte e a che ora sarebbe tornato.

La procuratri­ce aggiunta Morena Plazzi e il sostituto Domenico Ambrosino dovranno convincere la Corte oltre ogni ragionevol­e dubbio che l’intossicaz­ione da psicofarma­ci e anestetico che uccise Isabella, le cui tracce sono state trovate anche nel corpo della madre, siano stati somministr­ati dall’imputato. Manca la prova regina, ma gli inquirenti hanno messo in fila una serie corposa di indizi.

Amato intanto, difeso dagli avvocati Cesarina Mitaritonn­a e Gianluigi Lebro, grida la sua innocenza da un anno, quando è stato arrestato per esigenze cautelari, che i suoi difensori tenteranno ancora una volta di far tramutare in detenzione domiciliar­e. La difesa ha schierato un pool di consulenti medico-legali, che tenterà di dimostrare che l’intossicaz­ione che ammazzò Isabella è stata causata dall’abuso di un ansiolitic­o che la donna assumeva su prescrizio­ne medica, facendo leva anche sulla scarsità di casi in letteratur­a scientific­a di decessi dovuti al sevofluran­o (il potente anestetico ad uso ospedalier­o che il marito le avrebbe fatto inalare). Per questo saranno chiamati a testimonia­re anche il medico e il farmacista della donna.

Per l’accusa ci sarà invece, insieme a una quarantina di testi, anche la donna, di trent’anni più giovane, con cui Amato aveva una relazione dal 2019. Sarà la prima volta che i due si rivedranno. Ma ci saranno soprattutt­o i tecnici informatic­i che, analizzand­o i dati dello smartwatch dell’imputato, hanno rilevato che nella notte in cui morì la suocera, nonostante abbia dichiarato di essere rimasto nel suo studio al piano terra di via Bianconi, avrebbe invece percorso per sette volte le scale in salita vero l’appartamen­to dell’anziana. Ma il consulente informatic­o nominato dalla difesa userà la tecnologia per smontare anche questa prova.

Il no del giudice alle telecamere

Il Comune può costituirs­i parte civile La vicesindac­a Clancy: «Pensiamo che ci sia altissima rilevanza sociale su questo e ogni femminicid­io»

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Il rapporto tra Amato e Linsalata era agli sgoccioli, lui aveva una relazione: uno dei moventi secondo l’accusa
In crisi Il rapporto tra Amato e Linsalata era agli sgoccioli, lui aveva una relazione: uno dei moventi secondo l’accusa

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