Corriere di Bologna

«Motta deve restare»

Bergomi: «Gli farà bene testarsi in Europa con la sua creatura Non credevo a un Bologna in Champions, ma ora è candidato Pericoloso per l’Inter staccare la spina, sabato avrà pressione»

- Fernando Pellerano

Bergomi, questa volta al Dall’Ara l’Inter non rischia niente?

«Lo dice chi non è tifoso dell’Inter. La vittoria col Genoa è stata fondamenta­le per fare qualche rotazione in più al Dall’Ara in funzione della Champions. Ma un rischio c’è sempre: staccare la spina può essere pericoloso».

Due motivi per vedere assolutame­nte Bologna-Inter?

«Fanno entrambe un calcio molto bello, io lo chiamo “di connession­e e relazione” fra i giocatori: Calafiori in mezzo, gli esterni nerazzurri più alti degli attaccanti, l’intensità, i colpi di Lutaro e Zirkzee e così via. Dietro ci sono idee e lavoro».

Allenatori sugli scudi: il più vincente contro il più emergente?

«Simone ci ha messo un po’ di tempo per prendere questo status, poi un anno fa ha svoltato coinvolgen­do tutti i giocatori. Thiago si sta imponendo per le proprie idee e il modo di giocare. Entrambi con grande personalit­à».

Nelle due sfide stagionali il Bologna ha tenuto testa all’Inter.

«Il Bologna magari sbaglia i primi tempi, ma poi ha intensità e profondità di rosa e chi entra non abbassa ma alza il livello, così sfrutta tutti i 90’».

Il punto debole delle due squadre?

«Inter attenta a non perdere palla in certe zone del campo, deve sempre avere coperture preventive. Il Bologna l’approccio nei primi 45’».

Tatticamen­te che partita si aspetta?

«Difficile dire. Sarà decisivo lo studio iniziale: per l’Inter come coprire Calafiori o altri che Motta schiererà chissà come e dove; per il Bologna come andare a prendere gli esterni, se hai coraggio di prenderli alti poi devi fare l’uno contro uno con le due punte».

La forza di Lautaro è sotto gli occhi di tutti, ci dica invece cosa è per lei Zirkzee?

«Lo adoro, mi piacciono questi giocatori, ti fa giocare bene, vede cose noi umani non vediamo: gestione palla, anticipi, tecnica, visione. Destinato fra i grandi».

Qual è l’aspetto del Bologna

l’ha colpita di più?

«È stata costruita bene in tutti i reparti, la valorizzaz­ione dei giocatori merito di Motta».

Come ripartire quindi i meriti?

«Percentual­i difficili. Quando lavori in empatia i ri

sultati arrivano, ma mi piace sottolinea­re le scelte fatte dalla società, da Sartori a Motta».

Troverà un posto in Europa il Bologna?

«Sicurament­e e ora è candidato seriamente a un posto Champions. Fino a ieri pensavo più all’Atalanta, oggi al Bologna

e alla Roma, poi è ancora lunga eh».

L’obiettivo è fare il percorso atalantino.

«Il sogno di tante, ma ora il Bologna c’è. Si cresce solo entrando nel giro europeo. Il difficile è rimanerci, ma facendo le scelte giuste si può».

I cicli si portano avanti senza cambiare troppo, ma ora il Bologna coi suoi pezzi pregiati, tecnico e giocatori, pare destinato allo smembramen­to.

«Devi essere pronto a questo come lo è stata l’Atalanta».

Che però ha sempre Gasperini in panchina: un marchio di fabbrica unico come Motta per il Bologna.

«Non so cosa farà Motta. Il mio consiglio? Restare, magari per un altro anno o due, e testarsi in Europa con la sua squadra/creatura. In ogni caso, partenze o meno, al centro di tutto c’è sempre la società con le sue scelte: l’Atalanta è cambiata molto, ma è sempre lì».

Col punto fermo Gasperini però.

«A Bergamo la storia è quella, vediamo quale sarà quella del Bologna, che per rimanere lì ha tutto: storia, cultura, passione, pubblico e una società solida che fin qui ha lavorato molto bene».

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Il Bologna di Thiago Motta viene da 6 successi consecutiv­i. Sabato al Dall’Ara arriva l’Inter
(LaPresse) In fiducia Il Bologna di Thiago Motta viene da 6 successi consecutiv­i. Sabato al Dall’Ara arriva l’Inter
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