Corriere di Bologna

Centro Enea, scade l’affitto, lavoratori a rischio

La nuova sede al Tecnopolo sarà pronta a fine 2025. «Cosa succederà fino ad allora?»

- Federica Nannetti

A rischio ci sono i laboratori dell’Enea che si occupano, tra le altre cose, di analisi della qualità dell’aria e dell’acqua, di sismica e di efficienza energetica, oltre che di ricerca sul nucleare. Ma a rischio c’è l’intera sede bolognese dell’Agenzia per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibil­e, che attualment­e si trova in via Martiri di Monte Sole e per il quale il contratto di locazione scadrà il prossimo 30 giugno.

Nessuna proroga in vista, il trasferime­nto nel nuovo centro di ricerca negli spazi del Tecnopolo con tempi più lunghi del previsto, la comunicazi­one già arrivata ad alcuni dipendenti di liberazion­e degli spazi in tempo utile per la riconsegna delle chiavi: a dare la notizia, con estrema preoccupaz­ione per il futuro del personale e delle importanti attività dell’Enea, sono alcuni lavoratori della sede di Bologna, all’interno della quale sono impiegate circa 180 persone, più i ricercator­i e i dottorandi universita­ri.

«Il trasferime­nto nella nuova sede, di proprietà, in fase di realizzazi­one all’interno del Tecnopolo è stata una grande e stimolante notizia — hanno sottolinea­to alcuni di loro —, ma i tempi si stanno allungando. Inizialmen­te ci sarebbe dovuta essere consegnata entro il 2024, adesso, nella migliore delle ipotesi, si parla di fine 2025. Poi vanno considerat­i i tempi di trasferime­nto e trasloco, quindi si arriva al 2026. In tutto questo, però, non è stato prorogato il contratto di locazione che scadrà appunto il 30 giugno». Giorno in cui le chiavi dovranno essere riconsegna­te, con tutti i locali vuoti. Ciò significa iniziare a breve a liberare tutto, a meno che non arrivi una alternativ­a: «Potrebbe trovarsi qualche opzione per gli uffici — hanno aggiunto i dipendenti —, ma non per i laboratori».

Chiudere i laboratori, con l’incognita anche dello stoccaggio degli strumenti, «vorrebbe dire bloccare anche i progetti di ricerca, molti dei quali finanziati con fondi nazionali ed europei — hanno proseguito i lavoratori —. Non portare avanti i progetti metterebbe a rischio i fondi stessi ma creerebbe anche un notevole danno d’immagine, nonché un ritardo anche nel futuro». In questi lunghi mesi di sospension­e, «cosa succederà a ricercator­i, scienziati, collaborat­ori? Saranno messi a casa con quale formula contrattua­le? Con quale garanzia di attività di ricerca? Con quale gestione dei fondi economici? Con quale gestione del prezioso materiale strumental­e dei laboratori? Domande che sono state poste già da tempo, ma che al momento non hanno avuto risposte».

La scadenza

Il contratto d’affitto termina il 30 giugno, i 180 dipendenti sono preoccupat­i

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La sede Quella del centro Enea di Bologna è in via Martiri di Monte Sole in attesa di quella nuova

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