Demm, ordini in flessione Solidarietà per 126 operai I sindacati: l’azienda è solida
Fiom e Fim : crisi temporanea data da situazione internazionale
Tornano gli ammortizzatori sociali alla Demm di Porretta Terme. «Ma questa volta è solo un’impasse dovuta al calo del 30% dei volumi di mercato provocato dalla difficile congiuntura internazionale in atto», assicurano il funzionario e componente della segreteria della Fiom di Bologna, Primo Sacchetti, e l’ex collega della Fim e attuale responsabile del mercato del lavoro della Cisl area metropolitana, Marino Mazzini.
«L’azienda è in buona salute e continua a investire — rimarcano i due sindacalisti — e ne sono una conferma le due recenti acquisizioni di imprese su Pistoia e Reggio Emilia e l’imminente inserimento di nuovi macchinari di ultima generazione per l’ammontare di un milione e 500 mila euro». Nella storica impresa, che ai tempi d’oro contava ben 1.500 dipendenti e tutti chiamavano la Fiat dell’Appennino, è stato infatti siglato un accordo sindacale che prevede, dopo due mesi già consumati di cassa integrazione ordinaria, il ricorso ai contratti di solidarietà per dodici mesi, con una riduzione massima dell’orario di lavoro del 40%, per tutti i 126 addetti. Dal luglio 2018 di proprietà del gruppo Certina, l’operatore di private equity tedesco che la salvò dalla chiusura subentrando al precedente gruppo Paritel a solo pochi giorni dal fallimento, nell’ultimo anno la Demm non ha solo raddoppiato il fatturato ma anche assunto nuove persone, residenti nella zona dell’Alto Reno. È di meno di un anno fa anche l’acquisizione della Twin Disk, piccola azienda che produce componenti per il settore navale in quel di Empoli.
Dati alla mano, però, escluso il 2023, questo è il quattordicesimo anno consecutivo in cui la proprietà, cambiata negli anni, è obbligata a ricorrere agli ammortizzatori sociali. «Non c’è però nessun disimpegno da parte della proprietà — ribadisce Sacchetti — con cui tra l’altro abbiamo appena concordato di ripristinare il vecchio ma innovativo contratto integrativo aziendale, che era stato congelato negli anni della crisi, e che in maniera antesignana aveva introdotto le sette ore di lavoro pagate otto di cui tanto si parla oggi».
«Anche l’ottimo fatturato del 2023, per un valore di oltre 23 milioni di ricavi, e il premio di risultato di 500 euro che verrà erogato fra pochi giorni sono sintomo della tenuta dell’impresa e della volontà della proprietà di puntare su questo stabilimento», rinforza Mazzini. «Fra un paio di mesi, quando verificheremo l’andamento di ordini e produzione — chiudono ottimisti —, auspichiamo di poter registrare una stabilizzazione del mercato e arrivare ad un superamento dell’ammortizzatore sociale o a una riduzione delle ore non lavorate».