Produsse Benigni Turrita d’argento per Elda Ferri
Era il 1974 quando qualche migliaio di bolognesi, in un etere pressoché deserto, captò un dibattito sul traffico del quartiere San Ruffillo. Era l’inizio dell’esperienza di «Radio Bologna» per l’accesso al pubblico, radio libera che trasmetteva da una roulotte parcheggiata sui colli bolognesi. Iniziativa di un gruppo, riunito nella Cooperativa Lavoratori Informazione guidata da Roberto Faenza, che avrebbe acceso anche il progetto di una tv via cavo, proposto allora alla Regione Emilia-Romagna. Dove Faenza incontrò Elda Ferri, all’epoca funzionaria «ortodossa» della Regione presieduta da Guido Fanti, che sarebbe stata colpita da quel gruppo portatore di un vento nuovo che affondava nel ‘68. Un’utopia che in seguito il regista Faenza e la produttrice Ferri, compagni anche nella vita, avrebbero riversato nei tanti film realizzati con la loro casa produttrice, nata nel ‘77 e dedicata al regista francese Jean Vigo. Con l’obiettivo di «scegliere un punto di vista che ci appartiene e documentarlo, cercando di capire come siamo e perché siamo così». A partire dal discusso Forza Italia, «una canzonatura dei trent’anni di governo democristiano» ritirato dalle sale in coincidenza con il sequestro Moro, che causò loro non pochi problemi. Tanto che non riuscirono più a lavorare per una decina d’anni. Questa mattina alle ore 10,30, al Cinema Modernissimo, Elda Ferri, da mezzo secolo a Roma ma nata a Bologna nel 1937, riceverà dal sindaco Matteo Lepore la Turrita d’argento. Un riconoscimento strameritato per una delle poche produttrici del nostro cinema, che ha lavorato con Giordana, Amelio, Montaldo e Koncalovskij. Produttrice de La vita è bella e dei film successivi di Roberto Benigni, dopo un incontro avvenuto casualmente. Attenendosi sempre a un impegno politico e sociale profuso nei film che Ferri ha fatto nascere, convinta che «il cinema ha il compito di onorare la memoria guardando al futuro e può avere anche funzione educativa».