Ovidio, il mito, la musica
Domani al Manzoni una serata per connettere le «Metamorfosi» al teatro e alla sinfonia
Le Metamorfosi di Ovidio e la musica. Un rapporto plurisecolare analizzato con finezza in un libro di sei anni fa, La dotta lira. Ovidio e la musica (Marsilio), scritto dal compianto Paolo Isotta, per 35 anni firma del «Corriere della Sera», scomparso nel 2021. Nelle pagine il critico ricorda che «il teatro musicale nasce nel nome di Ovidio e per cinque secoli si ispira a lui più che a ogni altro poeta. E così anche il Poema Sinfonico, la Sinfonia, la Sonata, il Concerto. Perché Ovidio è il più grande narratore del mito della storia dell’arte e la musica è il linguaggio privilegiato del mito». Le Metamorfosi, scritte tra il 2 e l’8 d.C., sono ispirate all’idea, modernissima, che nulla nell’universo è stabile ma tutto muta e muterà. La materia si trasforma continuamente, non è stata creata e non si distrugge. Il rapporto tra Ovidio e la musica passa per Monteverdi, Händel, Scarlatti, Bach, Haydn, Cherubini, Berlioz, Liszt, Offenbach, Richard Strauss e tanti altri.
Il capolavoro del poeta abruzzese sarà il punto di partenza della serata proposta domani alle ore 20.30 da Musica Insieme all’Auditorium Manzoni, introdotta da Roberto Grandi. Il pianista e compositore Orazio Sciortino, il violinista Domenico Nordio e il violoncellista Giovanni Gnocchi affiancheranno ai versi del poeta di Sulmona musiche a essi ispirate, di Franz Liszt e Karol Szymanowski, accostate a Leoš Janácek.
Se in apertura il personaggio mitologico di Orfeo si connette all’Orpheus di Liszt nella rara trascrizione per trio di Camille Saint-Saëns, i Miti di Szymanowski per violino e pianoforte dialogheranno invece con i personaggi Aretusa e Narciso di Ovidio. Mentre il racconto Pohádka di Janácek, per violoncello e pianoforte, una sorta di «mito» senza parole, spezzerà l’alternanza tra recitazione e musica. Il finale sarà affidato a Tristia di Liszt per trio, insieme alla lettura di alcuni passi dell’omonimo poema elegiaco di Ovidio, affidata alla voce di Laura Mo
rante.
Anche lei decisamente attratta dal poeta latino: «Mi interessa molto rileggere Ovidio, sarà un’occasione per riprenderlo in mano. L’anno scorso ho scritto una serie di letture in musica sulla tragedia greca, protagoniste sei eroine legate alla guerra di Troia, da Clitemnestra ad Andromaca. E con questa scusa mi sono riletta con piacere le grandi tragedie greche dove intervenivano questi personaggi, da Eschilo a Euripide, meravigliosi».
Il 52enne veneziano Nordio, a proposito del sodalizio con il 39enne siciliano Sciortino, racconta: «Ci accomunano la grande e rispettosa libertà esecutiva e una continua ricerca di nuovo repertorio. Ci è subito parso che Giovanni Gnocchi potesse essere, grazie al suo anticonformismo musicale, un perfetto completamento del nostro percorso concertistico».
Riguardo all’idea di intrecciare Ovidio a Liszt e ai suoi contemporanei, Sciortino conferma che «l’idea di metamorfosi si associa naturalmente alle principali tecniche di elaborazione di un materiale musicale, e gli stessi miti riportati da Ovidio sembrano essere concepiti come una forma musicale. Mi sembrava naturale accostare Ovidio ai compositori presentati in questo concerto. Non vi è una sovrapposizione di testo e musica, ma è una narrazione a due voci nella quale i suoni si riflettono sulle parole e viceversa».
Laura Morante È stata l’occasione per riprendere in mano Ovidio, dopo il letture che ho scritto l’anno scorso sulla tragedia greca