Corriere di Bologna

Arriva Currentzis musica e polemiche

Le accuse di essere filo-russo, il rifiuto di Lyniv a un evento insieme Il direttore d’orchestra domani a Bologna Festival

- Di Piero Di Domenico

La figura di Teodor Currentzis, controvers­o direttore d’orchestra di origine greca ma formatosi in Russia, è circondata da un alone di opacità. In cui finiscono per trovare spazio polemiche e divisioni, sia sui metodi che il 52enne nato ad Atene utilizza che su silenzi e reticenze che gli vengono imputate. Non ultima la querelle sollevata dalla direttrice artistica del Teatro Comunale di Bologna, l’ucraina Oksana Lyniv. Smarcatasi da un progetto che prevedeva, il 2 giugno al Festival di Vienna, anche la presenza, poi annullata, di Currentzis, reo di non aver mai preso le distanze da Putin e dalla guerra contro l’Ucraina. Ora, alla vigilia del concerto di apertura di «Bologna Festival», domani sera alle 20,30 all’Auditorium Manzoni in una delle sue rare apparizion­i in Italia, sembra sceso un velo di silenzio. Quasi in ossequio a una convinzion­e di Currentzis, che ha anche la cittadinan­za russa: «La musica è il modo in cui ci trattiamo l’un l’altro. Suona solo quando ci prendiamo cura di chi ci circonda, quando ci soffermiam­o su questioni spirituali, quando condividia­mo i nostri segreti più profondi con il mondo». Un silenzio pronto però a venire squarciato dal Requiem di Mozart che risuonerà in teatro. Grazie al suo complesso musicAeter­na, creato vent’anni fa nel cuore della Siberia, con musicisti di dieci diversi Paesi. Lo scorso anno Currentzis ha invece inventato Utopia Orchestra, secondo i più maliziosi anche per sottrarsi alle accuse di essere filoputini­ano dopo le notizie sui finanziame­nti ricevuti dalla banca VTB, sostenuta dallo Stato russo. Un’orchestra internazio­nale indipenden­te, i cui musicisti provengono da più di trenta Paesi, che non ha sede in una nazione precisa. Currentzis ha in

L’utopia è qualcosa di impossibil­e, ed è questo che ci attrae: realizzare l’impossibil­e. I sogni si avverano solo quando eliminiamo il divieto dell’impossi bile

fatti scelto uno a uno i suoi musicisti, andandoli a scovare in ogni angolo del mondo. Per creare una comunità che indaga le partiture senza «guardare troppo l’orologio», per citare una sua frase proverbial­e. Con la convinzion­e che «l’utopia è qualcosa di impossibil­e, ed è questo che ci attrae: realizzare l’impossibil­e. I sogni si avverano solo quando eliminiamo il divieto dell’impossibil­e». Currentzis è però anche alla guida dal 2018 di un’orchestra solida come la SWR Symphonieo­rchester di Stoccarda.

A Bologna proporrà il Requiem abbozzato da Mozart nelle ultime settimane di vita, il cui completame­nto si deve al suo principale allievo Franz Xaver Süssmayr. Sarà preceduta da altri materiali, come alcuni canti bizantini affidati alla voce solista del rumeno Adrian Sîrbu e al Coro musicAeter­na Byzantina diretto da Antonios Koutroupis, cantore onorario della Chiesa greco-ortodossa di San Giorgio a Venezia. Currentzis è idolatrato o detestato, perché troppo teatrale sul podio, trasgressi­vo e dallo spirito punk anche negli anfibi e nei guanti neri indossati spesso in passato sul podio, a differenza della bacchetta spesso lasciata invece in camerino, interprete troppo libero di storiche partiture. Un personaggi­o divisivo, già da quando scelse di trasferirs­i al Conservato­rio di San Pietroburg­o. Dove il suo mentore fu Ilya Musin, guru della bacchetta che tra i suoi allievi ha avuto anche Valerij Gergiev e Semyon Bychkov.

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(Galkin). Nella foto piccola ritratto da Romanova Sul podio Il direttore d’orchestra di origine greca ma formatosi in Russia Teodoer Currentzis
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