La scomparsa della curiosità verso gli altri
Di tanto in tanto abbracciando le novità. Esercizio sociale relegato all’ennesima edizione dello stesso smartphone, oppure, alla ricerca di un nuovo posto di taglieri. Se la curiosità viene meno cadrà ogni interesse, cioè il desiderio di apprendere, ma anche la meraviglia, la fantasia. E qui lambiamo il romanticismo. Più concretamente, meno curiosi siamo e più l’incomprensione, il fraintendimento, a dirla tutta, l’ignoranza troveranno praterie al loro cospetto. Badate bene a non confondere il tutto con la dicotomia ottimismo/pessimismo. Non c’entra nulla. Dopo la pandemia, tuttavia, la sensazione è che gli spazi per la curiosità si siano ristretti, a fronte di atolli di solitudini sempre più estese e ramificate. La tecnologia è, indubbiamente, parte del problema, dal momento che il versante esperienziale è poco predisposto (vocato?) alla curiosità del e nel real world. Sappiamo bene di muoverci in uno spazio domestico e addomesticato di shopping online, tutorial di fitness, cinema, sport, serie tv. Mostrarsi curiosi, allora, pare distonico, eccentrico. Una cosa che non si fa più. Demodè. Di più: una forzatura, non più una differenza sostanziale. Che è dentro di noi, per cui andrebbe allenata, anche e soprattutto se il reale ci spaventa. Utile contrasto a schemi fissi e pigrizia culturale. Aspetto pratico su cui invogliare le persone, la cui efficacia semantica è di gran lunga preferibile ad altre retoriche contemporanee. Il dolce segreto della curiosità dovrebbe ritornare ad essere scoperta e chiave d’ingresso, formula piacevole. A gentile richiesta. Colore dell’immaginario, prima perduto e, appena, appena riscattato da ciò che Gillo Dorfles, a proposito di design individuava in una sorta di gusto epocale. Dai tratti d’imprescindibile linfa vitale di un nuovo stato delle cose, detonando idee, liberando energie e buone endorfine. Non più piani separati, ma reti, intersezioni e contaminazioni. L’ignoto non è posi così male. Basta tornare ad essere un po’ curiosi. Strategia e dono.