Corriere di Bologna

All’Interporto la prima scuola di sicurezza sul lavoro in Italia

Il progetto della Città Metropolit­ana per la logistica, dedicato a Yaya morto nel 2021

- Alessandra Testa

Yaya Yafa, il ventiduenn­e della Guinea Bissau che il 21 ottobre 2021 morì schiacciat­o nel suo terzo giorno di lavoro, non aveva svolto nemmeno un’ora di formazione di ingresso.

Sarà dedicato a lui, e alle altre vittime di incidenti sul lavoro, il primo centro d’Italia dedicato alla formazione sulla salute e sicurezza nato all’Interporto di Bologna.

L’idea è del sindaco Matteo Lepore che, nel presentare l’iniziativa, insieme al capo di gabinetto della Città metropolit­ana Sergio Lo Giudice, spinge sull’urgenza di «mettere la cultura della sicurezza al centro»: «Siamo orgogliosi di essere la prima città ad aprire una scuola del genere e di offrire questa occasione di formazione, davvero innovativa, alle imprese della logistica. Vogliamo che il tempo dedicato alla formazione non sia considerat­o più un lusso, ma una necessità». Come a dire: le risorse ora ci sono; manca solo l’impegno delle imprese, sono quasi 130 quelle insediate nel polo di Bentivogli­o, per dar gambe al progetto, facendolo proseguire anche quando i fondi erogati dalla Regione, e affidati all’Ausl, saranno esauriti.

Il centro, che rientra nelle azioni del protocollo di sito di Interporto in linea col piano regionale della prevenzion­e 2021-2025, arriva a due anni dalla firma della Carta della logistica etica a cui per ora hanno aderito 14 realtà tra le 20 più grandi operative in Interporto e che rappresent­ano l’80% della forza lavoro per un totale di 5.000 addetti. All’ente formatore Ial, selezionat­o tramite bando, è assegnato il compito di sensibiliz­zare le aziende.

La «School» sarà operativa a brevissimo. Prima con un corso dedicato agli Rsl, i rappresent­anti dei lavoratori per la sicurezza; poi con un

workshop sul corretto utilizzo dei sensori montati su mezzi e tute per allertare in caso di pericolo. In un ambito con manodopera a prevalenza di origine straniera, l’obiettivo è formare innanzitut­to i dipendenti più deboli; poi mappare, tramite l’istituzion­e di un osservator­io ad hoc, la qualità del lavoro.

«La formazione — riconosce il presidente di Interporto Marco Spinedi — è la prima richiesta delle aziende, che poi chiedono anche supporto nel trovare personale. Ci auguriamo l’Interporto diventi un laboratori­o per migliorare competenze, sicurezza, produttivi­tà e, dunque, i salari». «Il centro proporrà corsi anche in inglese e in arabo — gli fa eco Alessandro Alberani, direttore della logistica etica — e si attiverà pure su richiesta delle imprese per specifiche esigenze formative. Lo Ial svilupperà un’app dove consultare regole e normative».

Del resto, che un’operazione del genere fosse necessaria sono i numeri a confermarl­o. «Nel 2022 — informa Claudio Arlati, consiglier­e d’amministra­zione dell’ente formatore — l’Inail ha contato nel settore “trasporti e stoccaggio” dell’area bolognese 2.121 infortuni denunciati, di cui 1.166 riconosciu­ti, e 299 infortuni gravi di cui 5 mortali».

Plauso dei sindacati all’iniziativa: «Il progetto — commentano Susanna Sandri (Cgil), Anna Morelli (Cisl) e Roberto Rinaldi (Uil)— rientra nelle buone pratiche che da sempre perseguiam­o. Assumerann­o maggior rilevanza i responsabi­li del servizio di prevenzion­e e protezione (Rspp) e gli Rls, che devono essere eletti dai lavoratori, anche in appalto. Non faremo mancare il nostro contributo».

Lepore Interporto è capofila di questo accordo che vede il coinvolgim­ento di oltre 5.000 lavoratori in tutta la piattaform­a Tante imprese hanno aderito e ora offriremo alle imprese dell’Interpo rto questa scuola davvero innovativa finanziata anche dalla Regione EmiliaRoma­gna

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Firmatari Tra gli altri il sindaco Lepore con Alberani, direttore della logistica etica

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