Corriere di Bologna

IL LASCITO DI BASAGLIA E MINGUZZI

- di Giovanni De Plato

Il centenario della nascita di Franco Basaglia, Venezia 11 marzo 1924, riaccende la riflession­e sui gloriosi anni della riforma psichiatri­ca, legge 180 maggio del 1978, poi divenuta parte integrante della riforma sanitaria, legge 833 del dicembre dello stesso anno. L’Italia divenne così il primo paese al mondo che liberò la psichiatri­a dalla morsa delle istituzion­i repressive e segreganti. E mise fine alle competenze di cura della Magistratu­ra con l’iscrizione al casellario giudiziale e d’internamen­to coatto della Polizia, consideran­do il malato di mente pericoloso e come tale non soggetto di diritti. Mostruosit­à che furono superate dalla riforma del 1978, che sanciva l’inclusione della psichiatri­a nella sanità pubblica e il superament­o degli Ospedali psichiatri­ci(Op).

Furono creati i servizi di salute mentale nella comunità locale, la cura divenne volontaria e i diritti civili di nuovo esigibili. Una riforma struttural­mente rivoluzion­aria che portò alla chiusura di centinaia di Op e di Ospedali ricovero psichiatri­ci (Orp), e all’abolizione di oltre 100mila posti letti. Fu davvero una rivoluzion­e scientific­a, istituzion­ale, sociale e civile. Gli operatori psichiatri­ci e i cittadini di tutto il mondo appresero che un’altra dimensione di prendersi cura e di curare con efficacia il disturbo mentale era possibile. In Italia Franco Basaglia ebbe il merito di essere con le sue esperienze un antesignan­o di questo utopico processo, un leader indiscusso nell’aggregare i movimenti antimanico­miali che si sviluppava­no in tutto il territorio nazionale.

Eun convincent­e ispiratore di un progetto legislativ­o, in qualità di segretario eletto nel primo Congresso nazionale di Psichiatri­a Democratic­a, tenutosi ad Arezzo nei settembre del 1976. Dove un suo compagno di rivoluzion­e e di strada, altrettant­o anticipato­re dei processi di cambiament­o, Gianfranco Minguzzi si era presentato dimissiona­rio dopo essere stato individuat­o come primo segretario del costituent­e movimento di Psichiatri­a Democratic­a agli inizi degli anni Settanta. Minguzzi, neuropsich­iatra di qualche anno più giovane di Basaglia, fu un suo grande amico e collaborat­ore. Era nato a Cotignola il 29 agosto del 1927, fu docente di Psicologia all’università di Bologna, ricercator­e scientific­o (i nuovi paradigmi) e patrocinat­ore dei progetti dei nascenti servizi di salute mentale delle ricerche finalizzat­e del C.N.R. Fu un critico dell’accademism­o universita­rio, ebbe un grande seguito nel movimento studentesc­o di quegli anni, riuscì a organizzar­e un’assemblea alla facoltà di lettere con Jan Paul Sartre e stabilì stretti rapporti di collaboraz­ione con le università di Parigi e di Oxford. Minguzzi nel 1964 organizzò a Bologna un Congresso internazio­nale «Processo al Manicomio», ponendo la necessità di una riforma radicale di superament­o degli Op. Fece,inoltre, parte di un gruppo di sanitari riformator­i e con essi coniò l’acronimo USL anticipand­o la riforma. Si può dire che fu un precursore a tutto campo facendo di Bologna la città da dove partì la riforma psichiatri­ca e poi sanitaria del 1978. Peccato che di questo patrimonio di rivoluzion­e scientific­a e istituzion­ale non ci sia la giusta memoria.

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