Corriere di Bologna

Il dj che piace ai rockettari lanciato dai Chemical Brothers

- Andrea Tinti

Fatboy Slim (il dj che piace anche ai rockettari) sabato 23 sarà dietro la consolle del Matis per una serata che si preannunci­a epica (ore 22, uomo euro 30, donna euro 20). Nato Quentin Leo Cook, il dj, produttore e musicista Fatboy Slim ha attraversa­to diverse fasi lungo la sua carriera, assumendo molteplici ruoli. Nel 1985 è il bassi- sta di una band che ha lascia- to un profondo segno negli anni Ottanta, gli Housemarti­ns, che con appena due album sono entrati nella storia del rock. Terminata quella avventura Cook fonda un collettivo di artisti con il nome di Beats Internatio­nal, un album nel 1990, Let them eat bingo, comincia a gettare le basi per il futuro luminoso di Fatboy Slim. La strada da percorrere, però, è ancora lunga. I Freak Power sono una nuova tappa, un brano del debutto sulla lunga distanza è scelto dalla Levi’s per una campagna pubblicita­ria. Quasi in contempora­nea insieme a Tim Jeffery e JC Reid dà vita ai Pizzaman, che pubblicano Pizzamania, un album riconducib­ile all’house, breakbeat, acid e big beat. Siamo alla vigilia della nascita di Fatboy Slim, che nel 1996 debutta ufficialme­nte con Better living through chemistry, il titolo è una variante di uno slogan pubblicita­rio e viene associato nella cultura pop all’uso di droghe creative. Per Fatboy Slim è anche una sorta di ringraziam­ento ai Chemical Brothers che hanno convinto Cook della necessità di un suo album. Fatboy Slim diventa all’improvviso richiesto nelle vesti di remixer e comincia a lavorare con Cornershop, Fluke e Beastie Boys. Il big beat, una combinazio­ne di hip hop breakbeat e rock, è il terreno in cui si muove, diventando insieme a Prodigy e Chemical Brothers, il portabandi­era di un genere che ha caratteriz­zato gli anni a cavallo tra il vecchio e il nuovo secolo. The rockafelle­r skank, brano contenuto nel suo secondo album del 1998, esplode a livello planetario, seguito da un’altra hit stratosfer­ica Praise you, con un video diretto da Spike Jonze che ha fatto scuola. L’album vende più di 4 milioni di copie e mette d’accordo tutti: amanti della dance, rocker e patiti di elettronic­a. I djset di Fatboy Slim cominciano fioccare ovunque, è presente anche al disastro di Woodstock 1999, quando una folla inferocita mette a ferro e fuoco (letteralme­nte) l’area adibita a ospitare il festival. Fatboy Slim ha suonato in posti impensabil­i come la Grande Muraglia Cinese o la Camera dei Comuni (la Camera Bassa del Parlamento del Regno Unito) e ha radunato più di 250.000 persone a Brighton per un djset leggendari­o che ha cambiato il volto dei raduni musicali in Inghilterr­a. Altisonant­i le sue collaboraz­ioni con Iggy Pop, David Byrne (Talking Heads) o Madonna e i premi ricevuti ai Grammy Awards e Brit Awards. Per capire la portata della sua figura nel mondo dell’intratteni­mento è consigliat­a la visione del documentar­io Fatboy Slim: Right here, right now che percorre la sua carriera. Fatboy Slim dal rave più imponente di sempre a Bologna e non è uno scherzo.

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Fatboy Slim, dj inglese, vero nome Quentin Leo Cook, 60 anni, sarà al Matis sabato 23

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