Il dj che piace ai rockettari lanciato dai Chemical Brothers
Fatboy Slim (il dj che piace anche ai rockettari) sabato 23 sarà dietro la consolle del Matis per una serata che si preannuncia epica (ore 22, uomo euro 30, donna euro 20). Nato Quentin Leo Cook, il dj, produttore e musicista Fatboy Slim ha attraversato diverse fasi lungo la sua carriera, assumendo molteplici ruoli. Nel 1985 è il bassi- sta di una band che ha lascia- to un profondo segno negli anni Ottanta, gli Housemartins, che con appena due album sono entrati nella storia del rock. Terminata quella avventura Cook fonda un collettivo di artisti con il nome di Beats International, un album nel 1990, Let them eat bingo, comincia a gettare le basi per il futuro luminoso di Fatboy Slim. La strada da percorrere, però, è ancora lunga. I Freak Power sono una nuova tappa, un brano del debutto sulla lunga distanza è scelto dalla Levi’s per una campagna pubblicitaria. Quasi in contemporanea insieme a Tim Jeffery e JC Reid dà vita ai Pizzaman, che pubblicano Pizzamania, un album riconducibile all’house, breakbeat, acid e big beat. Siamo alla vigilia della nascita di Fatboy Slim, che nel 1996 debutta ufficialmente con Better living through chemistry, il titolo è una variante di uno slogan pubblicitario e viene associato nella cultura pop all’uso di droghe creative. Per Fatboy Slim è anche una sorta di ringraziamento ai Chemical Brothers che hanno convinto Cook della necessità di un suo album. Fatboy Slim diventa all’improvviso richiesto nelle vesti di remixer e comincia a lavorare con Cornershop, Fluke e Beastie Boys. Il big beat, una combinazione di hip hop breakbeat e rock, è il terreno in cui si muove, diventando insieme a Prodigy e Chemical Brothers, il portabandiera di un genere che ha caratterizzato gli anni a cavallo tra il vecchio e il nuovo secolo. The rockafeller skank, brano contenuto nel suo secondo album del 1998, esplode a livello planetario, seguito da un’altra hit stratosferica Praise you, con un video diretto da Spike Jonze che ha fatto scuola. L’album vende più di 4 milioni di copie e mette d’accordo tutti: amanti della dance, rocker e patiti di elettronica. I djset di Fatboy Slim cominciano fioccare ovunque, è presente anche al disastro di Woodstock 1999, quando una folla inferocita mette a ferro e fuoco (letteralmente) l’area adibita a ospitare il festival. Fatboy Slim ha suonato in posti impensabili come la Grande Muraglia Cinese o la Camera dei Comuni (la Camera Bassa del Parlamento del Regno Unito) e ha radunato più di 250.000 persone a Brighton per un djset leggendario che ha cambiato il volto dei raduni musicali in Inghilterra. Altisonanti le sue collaborazioni con Iggy Pop, David Byrne (Talking Heads) o Madonna e i premi ricevuti ai Grammy Awards e Brit Awards. Per capire la portata della sua figura nel mondo dell’intrattenimento è consigliata la visione del documentario Fatboy Slim: Right here, right now che percorre la sua carriera. Fatboy Slim dal rave più imponente di sempre a Bologna e non è uno scherzo.