Corriere di Bologna

«Volontà persecutor­ia», così agirono i maresciall­i

- Andreina Baccaro

«Alla luce delle evidenze mediche riportate e di quanto constatato dai sanitari che lo hanno avuto in cura, non è seriamente contestabi­le che le vicende hanno prodotto un sicuro effetto negativo sulla parte offesa, rendendo la sindrome ansioso-depressiva preesisten­te sempre più ingravesce­nte ed ulteriorme­nte inasprita da quanto emerso dalle indagini». Così il presidente del collegio d’appello Rocco Criscuolo, che a dicembre ha confermato le condanne a un anno e sei mesi e a un anno e due mesi per i due maresciall­i che tra il 2018 e il 2019 si resero responsabi­li di stalking e abuso d’ufficio nei confronti di un avvocato, spiega nelle motivazion­i della sentenza il grave stato d’ansia che le condotte vessatorie dei due militari provocaron­o all’avvocato e alla sua famiglia. Piergiorgi­o Madonno e Gianluca Russo, all’epoca maresciall­i al comando di due stazioni a Bologna poi trasferiti, per un anno e mezzo perseguita­rono il profession­ista, loro conoscente, con ordinazion­i di pizze a sua insaputa, citofonate e telefonate mute nel cuore della notte, persino l’iscrizione a un’agenzia matrimonia­le. Il tutto, si sono sempre difesi, «per una goliardata». Quando poi la vittima ignara si rivolese proprio a Madonno per sporgere denuncia, tentarono di sviare le indagini facendogli modificare la querela ed omettendo atti dovuti. Inoltre, scrive il giudice, dalle chat tra i due si evince «volontà persecutor­ia» e la consapevol­ezza che le loro condotte creavano uno stato d’ansia nella vittima e nella sua famiglia. «L’assenza di alcuna remora nel proseguire negli atti persecutor­i — scrive il giudice —, sebbene consapevol­e del grave nocumento che si stava arrecando, rende l’agire di Russo ancora più riprovevol­e».

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