«Dalla Palestina al Cosmoprof, sognando un futuro diverso e di bellezza»
« Il difficile viaggio degli I espositor
Questi quattro giorni sono stati un piccolo frammento di bellezza. E di positività». Hanno lasciato con difficoltà le loro famiglie in Palestina, ma nel pronunciare queste parole è a loro che pensano Razan e i suoi colleghi. Razan, con la sua azienda di cosmetica — Lovina Care — e insieme ad altre quattro realtà palestinesi, è arrivata fino a Bologna per partecipare per la prima volta al Cosmoprof, dove la loro piccola collettiva è stata una delle novità del 2024. Negli anni passati, alcuni di loro sono volati fin sotto le Due Torri per visitare la fiera della cosmetica come visitatori, ma mai prima d’ora avevano avuto l’opportunità di esserci come espositori. Quasi uno strano gioco del destino: in uno dei momenti più difficili per la storia della loro terra si sono trovati a una 55esima edizione dagli oltre 248 mila visitatori.
Ognuno di loro è arrivato con una storia e un viaggio difficile anche solo a raccontarlo e che per qualche ora non vorrebbe per questo ricordare; almeno per lasciare alla mente un po’ di ristoro dalla bruttezza della guerra.
Ma è un dato di fatto che per tutti quanti sia stato un susseguirsi di checkpoint o posti di blocco, controlli continui; eppure ce l’hanno fatta, alcuni portando con sé anche i propri f i gl i . « Lovina Care è un brand di skincare fondato nel 2019 con l’intento di offrire prodotti naturali per la cura del corpo capaci di far sentire tutti a proprio agio», spiega
Razan, che è arrivata dal West Bank. «Fortunatamente non siamo nei territori più colpiti — aggiunge —, come lo è Gaza, ma le ripercussioni ovviamente ci sono e le sentiamo pesantemente. È stato molto difficile partire», prosegue con la voce che a tratti si rompe, «però per noi e per le nostre famiglie questo appuntamento è stato di grandissima importanza. La mente è sempre l à , ma a bbi a mo a nc he provato a concederci qualche giorno di bellezza e di positività; per pensare al futuro».
Oltre a Lovina Care, anche Dead Sea Pearls, Evenness, Maya e Glow Beauty: quest’ultima piccola azienda ha portato a far conoscere al mondo i suoi innovativi prodotti di skincare arricchiti con minerali del Mar Morto. «Per noi è importantissimo esserci stati nonostante tutto, o forse proprio per quanto sta succedendo in Palestina — spiega uno dei ragazzi allo stand —; ed è importante in generale per la nostra economia in sofferenza, per il lavoro delle donne di questo settore e ricordando come nella cosmetica la Palestina sia assolutamente competitiva a livello internazionale. Noi veniamo da Gerusalemme e lì nascono interamente i nostri prodotti di cura per il corpo, che sono di altissima qualità sebbene siano meno conosciuti, per esempio, di quelli Coreani. Questa fiera è quindi un trampolino di lancio per noi, soprattutto per far conoscere le nostre competenze e la nostra voglia di fare».
Per queste piccole aziende palestinesi, dunque, Bologna è associata a uno sprazzo di bellezza e di spensieratezza per ripartire.
Tanti controlli Per tutti è stato susseguirsi di posti di blocco e controlli continui