Europa, un mese alle liste Pd in ritardo, FdI chiude In palio ci sono 15 seggi
I meloniani corrono mentre la segreteria dem non scioglie i nodi. Ipotesi Pizzarotti per la nuova Lista Stati Uniti d’Europa
A un mese dalla consegna delle candidature per le Europee iniziano a serrarsi i primi bulloni delle liste, che nel caso della circoscrizione Nord Est — di cui fa parte anche l’Emilia-Romagna — andranno depositate presso la Corte d’Appello di Venezia tra il 30 aprile e l’1 maggio. Ma se nel centrodestra il lavoro sembra in stato avanzato, con Fratelli d’Italia che ha già ufficializzato due candidature dall’Emilia-Romagna, il centrosinistra resta indietro. A partire dal Pd, dove si fa sempre più strada l’idea di candidare la segretaria Elly Schlein, ma dove mancano certezze sugli altri nomi in campo: soprattutto su quello del governatore Stefano Bonaccini, la cui candidatura (o meno) alle Europee tiene di fatto in stand-by la partita sulle prossime elezioni Regionali.
Le tre regioni della circoscrizione Nord Est (EmiliaRomagna, Veneto, TrentinoAlto Adige e Friuli-Venezia Giulia) manderanno 15 europarlamentari a Bruxelles attraverso un’elezione con un sistema proporzionale puro che metterà i partiti, anche se alleati, in una competizione fortissima. FdI, che può contare ancora sulla spinta di Giorgia Meloni, punta a eleggere nella circoscrizione almeno 4 o 5 europarlamentari. In campo da Bologna ci sono già il consigliere comunale Stefano Cavedagna e l’ex presidente di Confagricoltura Bologna Guglielmo Garagnani, già blindati in lista con i veneti Elena Donazzan e Daniele Polato e con il friulano Alessandro Ciriani (ricandidatura attesa, invece, per l’europarlamentare uscente Sergio Berlato). Forza Italia nel Nord Est punterà soprattutto sull’appeal dell’ex sindaco di Verona Flavio Tosi, ma dall’EmiliaRomagna sono già sicuri almeno tre nomi: il vicecoordinatore regionale Antonio Platis; il funzionario europeo Antonio Cenini e il presidente di Aics (ed ex parlamentare) Bruno Molea. Meno avanzati i lavori in casa Lega, dove tra le poche «certezze» c’è la ricandidatura di Alessandra Basso e la probabile corsa del consigliere regionale imolese Daniele Marchetti.
In casa del Pd la situazione è più liquida. La segreteria dem ieri ha dato una spinta alla candidatura di Elly Schlein in tutte le circoscrizioni, anche se non dovrebbe essere per forza capolista. Archiviata l’ipotesi di un terzo mandato, l’area di Energia popolare considera la candidatura (meglio se da capolista) di Stefano Bonaccini come l’approdo più naturale, ma finché non verrà ufficializzata il cammino e le tempistiche delle Regionali restano un rebus. «Rischiamo di attendere fino a metà aprile...», fanno notare i Dem lungo la Via Emilia, dove i nomi dei possibili candidati (o ricandidati, o autocandidati) per l’Ue abbondano: l’europarlamentare Elisabetta Gualmini; l’ex deputata Giuditta Pini; i consiglieri regionali Antonio Mumolo e Lia Montalti. Dal Veneto si fa strada il bis di Alessandra Moretti e la candidatura di Alessandro Zan, schleiniano di ferro come la responsabile Ambiente del Pd Annalisa Corrado.
Il M5S ha aperto ieri le autocandidature — da presentare entro il 2 aprile — che verranno poi votate dagli iscritti: il bis della reggiana Sabrina Pignedoli viene considerato scontato. La maggiore novità politica è il progetto della Lista Stati Uniti d’Europa tra Italia Viva, +Europa, Libdem, Radicali, Psi e Volt: oggi è atteso l’annuncio ufficiale e l’ex sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, è tra i candidati più quotati dall’Emilia-Romagna. Una novità con cui dovrà confrontarsi Azione, finora rimasta fuori da questo nuovo tentativo di Terzo polo, utile (se non necessario) per superare lo sbarramento del 4%.
Il rebus Bonaccini
La possibile candidatura si intreccia con le scelte sulle prossime Regionali