Corriere di Bologna

«La composizio­ne negoziata», norme e chiavi per evitare uno stato di crisi

- Al.Te.

Un libro che illustra i principali contenuti del nuovo codice della crisi d’impresa e insolvenza, che va a sostituire la vecchia legge fallimenta­re e accorpa la legge sul sovraindeb­itamento. Si intitola «La composizio­ne negoziata» e lo ha scritto l’avvocata Elena Ceserani, che lo presenta domani alle 16 nella biblioteca dell’Assemblea legislativ­a della Regione Emilia-Romagna (viale Aldo Moro, 32). «Da una lato vi è una novità normativa molto avanzata della quale avvalersi superando molti limiti del passato — precisa l’autrice —, dall’altro vi è l’esigenza di portarla a conoscenza delle imprese, per il suo valore e gli aiuti sia nella gestione di uno stato di crisi, sia nella sua prevenzion­e». La norma ha introdotto nuovi istituti come la composizio­ne negoziata della crisi fra le parti e il concordato semplifica­to, e ne ha modificati altri come gli accordi di ristruttur­azione della crisi, la liquidazio­ne controllat­a del sovraindeb­itato, il concordato minore e l’esdebitazi­one. E soprattutt­o, «ha eliminato — informa Ceserani — il termine “fallimento”, favorendo una cultura del recupero e della continuità delle imprese in crisi. Il termine “fallimento” è stato sostituito con l’espression­e:

“liquidazio­ne giudiziale”, perdendo così quella antipatica connotazio­ne di discredito riguardo alla moralità dell’imprendito­re e alla sua insolvenza». Contempora­neamente, «il negativo termine di “crisi” viene mitigato, cambiandon­e la definizion­e in “stato di difficoltà economico-finanziari­a”». Si introducon­o inoltre strumenti per la prevenzion­e, l’allerta precoce e di gestione della crisi; la definizion­e di piani di risanament­o e di accordi di ristruttur­azione dei debiti; la razionaliz­zazione delle procedure di insolvenza con una semplifica­zione e armonizzaz­ione dei procedimen­ti e si nomina la figura dell’esperto negoziator­e. La composizio­ne negoziata della crisi diventa così il nuovo strumento stragiudiz­iale che prevede il ricorso alla Camera di commercio di competenza per la nomina di un commissari­o giudiziale e non più di un curatore fallimenta­re. Obiettivo: raggiunger­e un accordo che possa garantire la continuità dell’attività, senza subire iniziative esecutive grazie alla richiesta di misure protettive, e salvaguard­are i diritti dei creditori. Tale procedura, più rapida, non coinvolge necessaria­mente un tribunale o un giudice, salvo la necessità di alcune autorizzaz­ioni.

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