Segrè: «La fretta abbatte la qualità, a volte i progetti vengono appaltati alle agenzie... E abbiamo smesso di fare monografie»
«Mi pare che oltre all’eccesso di burocrazia il sistema sia un po’ degradato, nel romanzo paragono i like a un sistema valutativo che si basa sui rimandi, quasi una moltiplicazione dei pani e dei pesci ma artificiale. Un tempo non era così».
«Contavano le monografie, i saggi che avevano una costruzione ben precisa. Ora non li fa nessuno, si tende a moltiplicare il numero di pubblicazioni e se poi si chiede a un ricercatore quant’è un ettaro di terra, si rischia di non avere una risposta».
«L’analisi quantitativa ti porta fuori dalla realtà. Io sono tornato a fare esami solo orali ai miei studenti. Un metodo qualitativo rispetto a test scritti o tesine che oggi possono essere realizzate anche con Chat GPT. Ma vale anche per valutazioni di professori di prima fascia, è sempre più complicato capire chi ha fatto un lavoro. Anni fa con il rettore Calzolari mettemmo a punto un sistema all’epoca innovativo».
«Non si tratta di dire che funzionava meglio quando eravamo giovani, ma di evitare perversioni e usare valutazioni più qualitative. Con soglie minime da raggiungere prima di chiedere: ma quanto vali veramente? Solo che per valutazioni di questo tipo occorre tempo, mentre oggi si fa tutto in fretta. A volte la stesura di progetti di ricerca viene appaltata ad agenzie, per non parlare del sistema delle riviste, che non sempre incentivano la qualità». no a stare sopra una soglia minima, ma non c’è dubbio che ormai sono in una fase diversa».
«L’Alma Mater è un’ottima base di partenza, perché non è un mega-ateneo ma non è nemmeno troppo piccolo. Quindi consente anche di sviluppare quell’interdisciplinarietà oggi fondamentale, di cui anche i sistemi valutativi dovrebbero tenere conto. Per la mia ricerca sulle eccedenze nei supermercati mi sono rivolto a un’antropologa che è stata decisiva, perché mi ha aiutato a trovare soluzioni che non avevo».