Corriere di Bologna

«Quando scrivo soffro E rischio il melodramma»

Grignani a Taneto di Gattatico: la data zero? Ero arrabbiato

- Andrea Tinti

Gianluca Grignani è atteso domani al Fuori Orario di Taneto di Gattatico per l’unica data in regione del tour che lo vede esibirsi nei principali club italiani (ore 22, euro 34.50). Una tournée iniziata con qualche problema tecnico nella data zero in provincia di Novara che ha comportato una sospension­e del live. «Sono riuscito a portare avanti il concerto per un’ora e mezza, nonostante i problemi tecnici avuti fin dall’inizio. Prima ho ironizzato e ci ho scherzato, per cercare di sdrammatiz­zare, anche se ero arrabbiato, perché per me è molto importante la qualità di quello che faccio. Cerco sempre di alzare l’asticella dello show e questo vale anche in una data zero. Sono sceso dal palco per parlare con la crew, ma i problemi non si sono potuti risolvere nell’immediato. Sono quindi tornato sul palco, per amore e rispetto del mio pubblico e cantato a cappella».

Se pensa al suo primo album,

«Destinazio­ne paradiso», che emozioni prova?

«Sento il blues. Dicono che sono rock, una cosa che mi fa piacere, ma per me il rock è la gente, il popolo, è un linguaggio che funziona solo per chi non ha modo di cambiare le cose. Ero un ragazzino quando ho preso la chitarra per la prima volta e sono rimasto affascinat­o dal blues che aveva poche note, quelle con le quali raccontavo storie diverse».

Quale atteggiame­nto aveva a inizio carriera?

«Quello di un ragazzino. E questo ingannava, perché io ero un diavolo. Ognuno ha una storia diversa, se ha una storia, io non mi sono ispirato a niente, forse solo a Clapton per il suo atteggiame­nto o a Bowie e tutti quegli artisti che si sono messi in discussion­e. A mio modo so che guardo avanti, so che la via è in salita e non in discesa, sto continuand­o il mio percorso e questo lo devo alla gente».

Che cosa significa fare musica oggi?

«Preparazio­ne, figli, cane, amici che vanno e vengono, una casa enorme con uno studio, una parete nera dove scrivo i testi. Concretame­nte fare musica significa questo».

Che mondo vede?

«Siamo nel medioevo della Rete, però le giovani generazion­i sono rivoluzion­arie. Sono persone che guardano di più alle capacità umane e io sono fiducioso nei loro confronti».

Come si definirebb­e?

«Bellissimo (sto scherzando), l’età passa anche per me. Per definirmi artisticam­ente invito tutti a venirmi a vedere dal vivo per rendersi conto di quello che sono».

Qual è l’errore artistico più grande che abbia mai fatto?

«Non ho ancora fatto nessun errore artistico. Ho solo sbagliato a far uscire un brano, A long goodbye, dopo la mia separazion­e perché ero incasinato».

Cosa prova quando scrive un brano?

“Quando scrivo provo un dolore enorme, quindi devo essere veloce e spesso non devo cadere nel melodramma».

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