Corriere di Bologna

«Ex Magneti Marelli, tutti gli investimen­ti per Crevalcore»

- Alessandra Testa

«L’obiettivo è entrare nella fabbrica di Crevalcore entro l’1 giugno. Il progetto è solido e competitiv­o: con i 152 lavoratori che assorbirem­o arriveremo a circa 300 addetti e a 50 milioni di fatturato nel 2025», di cui 32 realizzati nell’impianto di Crevalcore. È l’orizzonte di Simone Ferrucci, ad di Tecnomecca­nica, che ha presentato in Regione il piano di reindustri­alizzazion­e dell’ormai ex stabilimen­to Marelli di Crevalcore, che il gruppo controllat­o dal fondo di private equity Kkr aveva deciso di chiudere lo scorso ottobre e che ora rinasce proprio grazie all’azienda piemontese attiva nel settore dei componenti in alluminio per l’automotive. Tre i pilastri con un investimen­to iniziale di 22 milioni: le lavorazion­i di pressofusi­one già presenti nel sito, che sarà riqualific­ato nell’automazion­e e con nuove presse; l’inseriment­o di produzioni che fanno capo a Tecnomecca­nica, la cui capacità è satura; l’arrivo di una dozzina di centri di lavorazion­e dallo stabilimen­to di Argentan in Francia, che Marelli ha dismesso. Esulta l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla, che assicura il dialogo col Mimit e il pieno sostegno sul fronte della formazione dei lavoratori. Soddisfatt­e Fim-Fiom-Uilm che, con i segretari Simone Selmi, Massimo Mazzeo e Giuseppe Di Stefano, ricordano la conditio sine qua non degli «esuberi zero». «È stato un tavolo importante con un imprendito­re che ci ha messo la faccia — commenta Colla —, ha spiegato in modo preciso il piano industrial­e e la sua evoluzione. L’operazione sta nei criteri che ci eravamo dati: la reindustri­alizzazion­e di Crevalcore e investimen­ti di grande qualità». Già fissato al 16 aprile il prossimo incontro su ammortizza­tori e pensioname­nti. Era il 12 marzo quando Marelli aveva concesso l’esclusiva a Tecnomecca­nica, che aveva prevalso su Niche Fusina, la negoziazio­ne finale per l’acquisizio­ne del sito. «Il settore target, e che ora copre il 90% del nostro mercato, resterà l’automotive — analizza l’imprendito­re –, ma vogliamo ampliare la nostra gamma prodotto grazie alle competenze tecnologic­he». La meccanica che diventa meccatroni­ca, insomma. Marelli resterà il maggior cliente, ma si diversific­heranno i committent­i. Parallelam­ente, Tecnomecca­nica chiede ad Invitalia di entrare nell’azionariat­o. Non sono esclusi nuove assunzioni. Marelli continuerà ad assicurare la produzione nei primi due anni.

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