Skorupski e Ravaglia, la strana alternanza funziona
Il dualismo è spesso pericoloso, ma con Motta i due portieri rossoblù si stanno esaltando
Nel Bologna che ha murato la propria porta, c’è il contributo concreto di entrambi i portieri: Lukasz Skorupski e Federico Ravaglia, storia più unica che rara di un’alternanza tra i pali che funziona. La rivoluzione di Motta, che mira a far sentire tutti gli elementi del gruppo coinvolti e importanti, riguarda anche il ruolo più delicato e più ingrato: una volta c’erano il numero 1 e il numero 12, gerarchie più che mai fisse in cui la gloria per i vice magari era diventare la figurina Panini più ricercata, come accadde al mitologico Pizzaballa. Nel calcio odierno c’è il portiere di Coppa Italia — come Perin alla Juventus o Christensen alla Fiorentina — o ci può essere quello per la Coppa europea come all’Atalanta, dove dopo l’incertezza iniziale Gasperini ha scelto
Carnesecchi per il campionato e Musso per l’Europa League. L’altro scenario, oltre alla classica sostituzione per infortunio, è quella del cambio di gerarchie: lo sanno bene a Cagliari — da Radunovic a Scuffet — a Udine, dove Cioffi ha preferito Okoye a Silvestri, e alla Roma dove De Rossi ha promosso con ottimi risultati Svilar.
La battaglia aperta tra i due portieri storicamente non ha portato bene, generando errori per la poca serenità, ma a Bologna sta accadendo l’opposto: rendimento ottimo sia per Skorupski sia per Ravaglia. Il polacco ha chiuso 10 partite senza subire gol (quinto in A dietro Sommer, Milinkovic-Savic, Szczesny e Di Gregorio) sulle 26 giocate in campionato, piazzando spesso interventi decisivi nel corso della stagione. Ma il bolognese Ravaglia non è stato da meno: contro la Salernitana è stato decisivo contro Simy e Candreva e in sei partite tra campionato e Coppa Italia non ha mai subito gol su azione, incassando solo la punizione di Gudmundsson in A e la zuccata su corner di Carlos Augusto in Coppa, dopo aver cementato il supplementare parando il rigore di Lautaro.
Cambiano gli estremi difensori ma non cambia il risultato per la gioia del preparatore dei portieri dello staff di Motta, il francese Alfred Dossou-Yovo (che lavora insieme all’argentino Iago Lozano): uno che ha già fatto le fortune di un giovanissimo Maignan al Psg e di Provedel allo Spezia.