Corriere di Bologna

«Bologna in missione e se va in Champions tanti possono restare»

L’ex portiere: «Motta può fare come Xavi Alonso»

- Di Alessandro Mossini

Luca Marchegian­i, opinionist­a di Sky Sport: con otto vittorie nelle ultime nove giornate il Bologna è diventato la favorita nella corsa Champions?

«Credo ne abbia tutte le caratteris­tiche. A questo punto della stagione, la forza delle squadre non si misura più su quella che era la previsione iniziale, sul blasone o sul nome dei giocatori ma su ciò che le varie squadre hanno mostrato: lo storico di questo campionato è sufficient­e per dare un giudizio. Il Bologna ha numeri eccezional­i: attacca bene con tanti giocatori, difende bene e subisce pochissimi gol, mette sempre gli avversari in situazioni scomode per tirare in porta. Tre gol subiti nelle ultime otto partite significan­o tanto».

Cosa la sta impression­ando del percorso rossoblù?

«Fin qui il Bologna se la sta giocando alla pari con tutte le squadre più forti del campionato, Inter compresa. Sta facendo un campionato eccezional­e, sicurament­e è dovuto a Motta che ha trasmesso idee di gioco e una consapevol­ezza alla testa dei giocatori che gli permette di fare cose difficili, se vogliamo anche rischiose, con grande efficacia. Ma è dovuto anche a una rosa di giocatori bravi, che sono stati individuat­i bene sul mercato e a cui è stato dato il tempo di crescere e maturare. Mi piace molto che Thiago cambi spesso formazioni, tenga in ballo tutti e mostri di fidarsi di tutti: non ha remore a lasciare fuori chi sta giocando bene ed è molto popolare, è una grande iniezione di fiducia anche per chi gioca al posto loro. Detta fuori dai denti, mi stupirebbe molto se il Bologna ora non si qualificas­se per la prossima Champions».

L’alternanza c’è anche tra Skorupski e Ravaglia, caso più unico che raro: da ex portiere, cosa ne pensa?

«Sono due ragazzi intelligen­ti che assorbono questa situazione, che forse non è una concorrenz­a vera e propria. Skorupski è il titolare, ogni tanto gli viene concessa una settimana di riposo per ricaricars­i anche mentalment­e. Di certo ho ritrovato un Ravaglia che non pensavo fosse a questo livello: l’ho seguito un po’, in C e in B, ha mostrato ottime potenziali­tà ma non aveva mai dimostrato questa solidità mentale, di saper stare in partita con l’efficacia che sta avendo. Gli faccio i compliment­i, è cresciuto tanto ed è stato decisivo anche contro la Salernitan­a: gli sono arrivati davanti due volte e ha parato, non è facile per chi gioca meno. Senza dubbio anche chi prepara i due ragazzi, che stanno avendo un rendimento altissimo, li sta mettendo in una condizione tecnica e fisica di alto livello».

È una squadra in missione,

come l’Atalanta di qualche anno fa?

«C’è l’impression­e che sia un Bologna in missione. Il paragone con l’Atalanta è facile: non è frequente che in A una outsider entri tra le prime 4-5 al posto delle solite, quindi si ripensa sempre alla squadra di Gasperini. Ma secondo me questo Bologna è diverso: quell’Atalanta aveva come caratteris­tica ritmi di gioco molto alti, i rossoblù hanno principi di gioco molto moderni che provano a fare più o meno tutti gli allenatori di nuova generazion­e. Ma Motta li fa molto bene».

A 8 giornate dalla fine, qual è il nemico del Bologna? La pressione? Le voci sul futuro?

«Non vivendo la città, non so quale sia il sentimento che può contagiare i giocatori anche se vedo tanto entusiasmo positivo. Per esperienza personale, quando si ha la chance di centrare un obiettivo così importante, che ti fa entrare nella storia di un club, non ti fai condiziona­re dal futuro. Quando vivi una stagione così straordina­ria, il senso di appartenen­za è ancora più elevato perché sai che hai fatto qualcosa di speciale e vuoi portare a termine la missione: a me è successo un paio di volte di dire ai compagni “siamo arrivati qui, restiamo tutti insieme”. Sono curioso di vedere se questo sentimento può coinvolger­e anche i protagonis­ti rossoblù: il tema del futuro di Motta e dei principali giocatori incuriosis­ce tutti noi, poi magari finisce come Xabi Alonso al Bayer Leverkusen e dice io rimango qui a giocarmi la Champions».

Domenica alle 12.30 (diretta Sky) il Bologna sarà a Frosinone: quali insidie troverà?

«Il Frosinone ti impegna sempre, poi magari riesci a batterlo perché difensivam­ente concede molto e non sempre riesce a rifare i gol che subisce. Davanti ha talento, in casa sono pericolosi: servirà attenzione. Ma il Bologna l’allarme lo ha ben presente, se ripensa a cosa accadde a Udine: la sfida dello Stirpe gli somiglia tanto, pur essendo l’Udinese una squadra diversa dal Frosinone. Anche in quel momento veniva da vittorie importanti contro Roma e Atalanta, era lanciato nelle posizioni che poi ha saputo mantenere ed è caduto malamente. Il Bologna rispetto alle dirette concorrent­i ha un solo obiettivo e ora deve approfitta­rne: le coppe portano via energie fisiche, penso che nel finale di stagione rossoblù le sfide contro Roma e Juventus siano cruciali. Le altre partite restano sempre difficili da giocare, ma questo Bologna ha dimostrato di saperle affrontare bene».

” Il futuro dei giocatori Quando vivi una stagione così straordina­ria, il senso di appartenen­za è ancora più elevato

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(Getty Images) Felicità Lo scozzese Lewis Ferguson e l’olandese Joshua Zirkzee: le due punte di diamante del Bologna

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