Corriere di Bologna

Dalla condanna ai violenti al distinguo sull’arresto Lepore nella centrifuga «Ora fermiamoci tutti»

Il sindaco attaccato da Bignami: «Getta ombre sui carabinier­i» Poi apre al comitato: parliamoci. Coalizione civica: abuso di potere

- Daniela Corneo daniela.corneo@rcs.it

Bisogna fare chiarezza immediata mente su quanto è successo al Don Bosco ai danni di un manifestan­t e. Circolano ricostruzi­on i gravi che se confermate sarebbero inaccettab­ili

Solo due giorni prima aveva attaccato chi, nel parco Don Bosco, aveva aizzato gli animi a tal punto da arrivare allo scontro con le forze dell’ordine e aveva parlato di «scene di violenza inaccettab­ile» da parte degli attivisti unitisi alla causa del comitato Besta. Parole che avevano subito trovato una sponda nel ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Ma dopo i fatti accaduti giovedì notte nel parco, dove un 19enne è stato arrestato e processato per direttissi­ma, ieri mattina il sindaco Matteo Lepore, in prima istanza, ha chiesto di fare chiarezza, prendendo di fatto le distanze dai metodi usati dalle forze dell’ordine. «Bisogna fare chiarezza immediatam­ente su quanto è successo nel parco Don Bosco ai danni di un manifestan­te — ha detto ieri mattina il primo cittadino —. Circolano ricostruzi­oni gravi che se confermate sarebbero inaccettab­ili. Da cantiere per la realizzazi­one di una scuola, il parco Don Bosco si è trasformat­o in un teatro di scontro che Bologna non merita. Invito tutti a riflettere e a fare un passo verso il dialogo per trovare una soluzione ed evitare ulteriori tensioni. Io farò la mia parte».

Parole usate subito contro di lui dal viceminist­ro alle Infrastrut­ture Galeazzo Bignami. «La mia totale e completa solidariet­à all’Arma dei Carabinier­i e ai militari intervenut­i e rimasti feriti questa notte (giovedì notte, ndr) a Bologna sui cantieri del tram e del parco Don Bosco per garantire la sicurezza dei cittadini e dei residenti della zona. I militari sono intervenut­i per tutelare i cantieri del Comune guidato proprio da quel Matteo Lepore che formula allusioni e illazioni inaccettab­ili. Piuttosto che alimentare un clima di contrappos­izione e di esasperazi­one che sta portando a una situazione di tensione insostenib­ile in città, Lepore avrebbe dovuto dire che l’unica chiarezza che deve essere fatta è sul motivo per cui fossero presenti in quell’area dei facinorosi impegnati in attività criminali».

Bignami, che il 7 ottobre scorso si era unito alla prima manifestaz­ione ufficiale del comitato Besta, firmando anche la petizione contraria al progetto di realizzazi­one della nuova scuola all’interno del parco Don Bosco, ieri, spiegando di essere un residente della zona («abito in via Serena»), ha aggiunto: «Non conosco il progetto delle scuole Besta, ma escludo che non ci fossero altre possibili soluzioni percorribi­li».

Nel clima sempre più teso delle ore successive all’arresto del 19enne, quando davanti al

Tribunale in via D’Azeglio si sono radunati centinaia di attivisti e sostenitor­i, in Aula è stato lo stesso Lepore, in question time, a chiedere di fermarsi e a tendere la mano al Comitato Besta per un incontro. «Vedere un ragazzo di 19 anni nel parco Don Bosco fermato con il taser non rende giustizia a quello che è la nostra città. Credo che

Da cantiere per fare una scuola, il parco Don Bosco si è trasformat­o in un teatro di scontro che Bologna non merita Invito tutti a fare un passo verso il dialogo: io farò la mia parte

in questa fase ci dobbiamo tutti fermare, ragionare su quello che sta succedendo e aprire un confronto che dev’essere con una cifra del tutto diversa rispetto a quello che si sta svolgendo nel parco. C’è qualcosa che non sta funzionand­o e tutti quanti dovremmo riflettere sulle nostre responsabi­lità, io intendo farlo e non mi sottraggo dalle mie. Per cui sono da subito disponibil­e a incontrare chiunque voglia essere incontrato». Quindi l’invito diretto soprattutt­o al comitato Besta: «Credo che l’amministra­zione debba dialogare con chi sta al parco Don Bosco, con il comitato Besta e con i residenti non favorevoli. Vediamoci e parliamo, capiamo come venirci incontro, ma soprattutt­o come portare avanti l’interesse pubblico».

Invoca la ripartenza del dialogo Comune-comitati anche il Pd con una nota firmata dalla segretaria del Pd di Bologna Federica Mazzoni e dal segretario cittadino dei dem Enrico Di Stasi. Va invece all’attacco Coalizione civica: «A Bologna nessun abuso di potere può essere tollerato e bisogna smettere di alimentare questa spirale di violenza. Sappiamo da che parte stare». «Si spezzi la logica del manganello e delle manette», scrive Potere al Popolo. Non ci stanno nemmeno i Verdi di Bologna: «Ieri (giovedì, ndr) è arrivato l’invito a dissociars­i dai violenti, oggi sappiamo chi pratica violenza vera e gratuita. Un’amministra­zione che non vuole proteggere gli alberi sappia almeno proteggere i suoi cittadini da abusi di potere inaccettab­ili per Bologna».

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