Dalla condanna ai violenti al distinguo sull’arresto Lepore nella centrifuga «Ora fermiamoci tutti»
Il sindaco attaccato da Bignami: «Getta ombre sui carabinieri» Poi apre al comitato: parliamoci. Coalizione civica: abuso di potere
Bisogna fare chiarezza immediata mente su quanto è successo al Don Bosco ai danni di un manifestant e. Circolano ricostruzion i gravi che se confermate sarebbero inaccettabili
Solo due giorni prima aveva attaccato chi, nel parco Don Bosco, aveva aizzato gli animi a tal punto da arrivare allo scontro con le forze dell’ordine e aveva parlato di «scene di violenza inaccettabile» da parte degli attivisti unitisi alla causa del comitato Besta. Parole che avevano subito trovato una sponda nel ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Ma dopo i fatti accaduti giovedì notte nel parco, dove un 19enne è stato arrestato e processato per direttissima, ieri mattina il sindaco Matteo Lepore, in prima istanza, ha chiesto di fare chiarezza, prendendo di fatto le distanze dai metodi usati dalle forze dell’ordine. «Bisogna fare chiarezza immediatamente su quanto è successo nel parco Don Bosco ai danni di un manifestante — ha detto ieri mattina il primo cittadino —. Circolano ricostruzioni gravi che se confermate sarebbero inaccettabili. Da cantiere per la realizzazione di una scuola, il parco Don Bosco si è trasformato in un teatro di scontro che Bologna non merita. Invito tutti a riflettere e a fare un passo verso il dialogo per trovare una soluzione ed evitare ulteriori tensioni. Io farò la mia parte».
Parole usate subito contro di lui dal viceministro alle Infrastrutture Galeazzo Bignami. «La mia totale e completa solidarietà all’Arma dei Carabinieri e ai militari intervenuti e rimasti feriti questa notte (giovedì notte, ndr) a Bologna sui cantieri del tram e del parco Don Bosco per garantire la sicurezza dei cittadini e dei residenti della zona. I militari sono intervenuti per tutelare i cantieri del Comune guidato proprio da quel Matteo Lepore che formula allusioni e illazioni inaccettabili. Piuttosto che alimentare un clima di contrapposizione e di esasperazione che sta portando a una situazione di tensione insostenibile in città, Lepore avrebbe dovuto dire che l’unica chiarezza che deve essere fatta è sul motivo per cui fossero presenti in quell’area dei facinorosi impegnati in attività criminali».
Bignami, che il 7 ottobre scorso si era unito alla prima manifestazione ufficiale del comitato Besta, firmando anche la petizione contraria al progetto di realizzazione della nuova scuola all’interno del parco Don Bosco, ieri, spiegando di essere un residente della zona («abito in via Serena»), ha aggiunto: «Non conosco il progetto delle scuole Besta, ma escludo che non ci fossero altre possibili soluzioni percorribili».
Nel clima sempre più teso delle ore successive all’arresto del 19enne, quando davanti al
Tribunale in via D’Azeglio si sono radunati centinaia di attivisti e sostenitori, in Aula è stato lo stesso Lepore, in question time, a chiedere di fermarsi e a tendere la mano al Comitato Besta per un incontro. «Vedere un ragazzo di 19 anni nel parco Don Bosco fermato con il taser non rende giustizia a quello che è la nostra città. Credo che
Da cantiere per fare una scuola, il parco Don Bosco si è trasformato in un teatro di scontro che Bologna non merita Invito tutti a fare un passo verso il dialogo: io farò la mia parte
in questa fase ci dobbiamo tutti fermare, ragionare su quello che sta succedendo e aprire un confronto che dev’essere con una cifra del tutto diversa rispetto a quello che si sta svolgendo nel parco. C’è qualcosa che non sta funzionando e tutti quanti dovremmo riflettere sulle nostre responsabilità, io intendo farlo e non mi sottraggo dalle mie. Per cui sono da subito disponibile a incontrare chiunque voglia essere incontrato». Quindi l’invito diretto soprattutto al comitato Besta: «Credo che l’amministrazione debba dialogare con chi sta al parco Don Bosco, con il comitato Besta e con i residenti non favorevoli. Vediamoci e parliamo, capiamo come venirci incontro, ma soprattutto come portare avanti l’interesse pubblico».
Invoca la ripartenza del dialogo Comune-comitati anche il Pd con una nota firmata dalla segretaria del Pd di Bologna Federica Mazzoni e dal segretario cittadino dei dem Enrico Di Stasi. Va invece all’attacco Coalizione civica: «A Bologna nessun abuso di potere può essere tollerato e bisogna smettere di alimentare questa spirale di violenza. Sappiamo da che parte stare». «Si spezzi la logica del manganello e delle manette», scrive Potere al Popolo. Non ci stanno nemmeno i Verdi di Bologna: «Ieri (giovedì, ndr) è arrivato l’invito a dissociarsi dai violenti, oggi sappiamo chi pratica violenza vera e gratuita. Un’amministrazione che non vuole proteggere gli alberi sappia almeno proteggere i suoi cittadini da abusi di potere inaccettabili per Bologna».