«I panini offerti ai soccorritori» Il ristorante aperto tutta la notte
Alla Spiaggetta: «Quelli della centrale erano da noi a pranzo»
CAMUGNANO (BO) «L’esplosione l’hanno sentita alcuni clienti che stavano mangiando fuori, nel giardino con vista sul lago e sulla centrale. Noi stavamo lavorando in sala. Avvertiti siamo usciti e abbiamo visto una colonna di fumo, nera e grigiastra». Il racconto è di Simone Cappi, proprietario insieme alla moglie Stefania Palazzo del ristorante «La Spiaggetta», bagnato dalle sponde del lago di Suviana e a soli 300 metri dalla centrale idroelettrica.
I lavoratori dell’Enel e delle ditte appaltate qui sono di casa. «Li conosciamo tutti, da sempre. Erano a mangiare da noi anche oggi, saranno stati una decina, non so». È talmente abituale la loro presenza che non ci fa quasi più caso. «Purtroppo, sono pressoché certo di conoscere per nonei me e cognome le vittime», dice intorno alle 20, quando ancora non vengono rese note le generalità (anche dei dispersi).
Alla Spiaggetta — una grande sala interna, un ampio giardino che digrada verso le sponde — titolari e camerieri sono tutti basiti. «Non era mai successo niente da quando siamo qua. Oggi il finimondo, improvvisamente auto, camion, sirene ed elicotteri» E prima quel fumo. «Ho notato anche sfumature di giallo», dice una cameriera. «A un certo punto anche un odore acre, fastidioso». Nessuno s’è avviato alla centrale, «sono già in tanti», molte le telefonate ricevute. «Stiamo qua, prepariamo panini e bevande per i soccorritori».
Alle 21 arriva un’auto della Protezione Civile a caricare viveri e bevande. La sala è ancora vuota. «Quelli impegnati soccorsi e nelle indagini arriveranno più tardi, noi rimarremo aperti per tutta la notte, è il minimo che possiamo fare». Il legame con la centrale e i suoi lavoratori è storico e consolidato. «Per la mensa c’è anche una convenzione con l’Enel. Conosciamo quelli che vivono qui, nei comuni circostanti, ma anche quelli delle ditte esterne che magari si fermano per dei mesi, come quelli impegnati in questa lunga manutenzione straordinaria», racconta Cappi. Fino a una decina di anni fa si aggiungevano a tavola anche i visitatori della
Vista sulla centrale «L’esplosione l’hanno sentita i clienti che stavano mangiando fuori, nel giardino»
centrale. «Sì, erano tanti. L’Enel decise di dare visibilità alle proprie strutture e così apri nel week end la centrale anche nei piani sottostanti al bacino, proprio dove è avvenuta l’esplosione. Io non ci sono stato, ma mia moglie sì: non è che si vedesse granché. Erano tempi in cui ci chiedevano di organizzare anche dei buffet, lì alla centrale». Ora per Cappi c’è solo l’attesa per sapere chi, dei tanti clienti, è stato coinvolto nell’incidente e con quali conseguenze. E una lunga notte da passare, aiutando e rifocillando.