È l’impianto idroelettrico più potente della regione
È stato realizzato negli anni Settanta sfruttando il salto tra i due invasi di Suviana e del Brasimone
Un trasformatore della centrale idroelettrica di Bargi, l’impianto più potente dell’Emilia-Romagna: è questo il punto in cui è scoppiato l’incendio ieri pomeriggio, verso le 14,30, nel sito di proprietà di Enel che si trova sulla sponda idrografica destra del lago di Suviana.
La diga non è stata interessata dall’incidente. La centrale, invece, è andata sott’acqua quando una turbina è esplosa all’ottavo piano sotto lo zero causando prima un incendio e poi l’allagamento del nono, con crollo di un solaio. L’esplosione e il successivo crollo hanno travolto almeno 12 tecnici, tutti di ditte esterconsiderata ne. La centrale di Bargi è la più potente di tutta la regione Emilia-Romagna: la sua realizzazione, negli anni Settanta, è avvenuta sfruttando il salto disponibile tra due precedenti invasi, ovvero quello di Suviana e del Brasimone. Fin dalla sua costruzione, quest’opera è sempre stata tra quelle maggiormente all’avanguardia al mondo, in particolare per la sua potenza unitaria. Si tratta infatti di un impianto di generazione e di pompaggio composto da due gruppi di produzione da 165 megawatt, ciascuno con una potenza installata di 330 megawatt.
Ma qual è la storia del lago di Suviana e della sua diga? Il lago di Suviana è un bacino artificiale costruito negli anni Venti per lo sfruttamento dell’energia elettrica (ben presto diventato anche meta turistica) proprio a partire dalla diga, la cui realizzazione è opera degli ingegneri Francesco Pelagatti e Luigi Mirone. La loro progettazione avvenne per conto delle Ferrovie dello Stato e ha portato alla nascita di una diga alta 97 metri alimentata dal torrente Limentra. La diga, inoltre, è definita a gravità a profilo triangolare.
La centrale di Bargi è invece successiva: la sua costruzione risale agli anni Settanta, dopo che nel bacino di Suviana vennero fatte confluire anche, tramite condotte sotterranee, le acque del Reno e del Limentra di Sambuca, attraverso i bacini di Molino del Pallone e Pavana. Negli anni tra il 1970 e il 1975 vi saranno forzate anche le acque del bacino del Brasimone e così il complesso SuvianaBrasimone diventerà il principale dell’Appennino settentrionale, tanto a livelli di potenza quanto a produzione, tanto da essere comparabili a quelli delle centrali alpine.
Il bacino di Suviana-Brasimone conta anche altri impianti idroelettrici, minori rispetto a Bargi: Suviana da 27 megawatt, Le Piane da 10 megawatt, Santa Maria da 6 megawatt, Le Pioppe da 0,3 megawatt e Pavana da 0,11 megawatt per una potenza complessiva di circa 373megawatt.