Corriere di Bologna

La psicologa dell’Ausl «C’è chi spera ancora e chi non ci crede più Sarà molto dura anche per i superstiti»

La dottoressa Gallo sta assistendo i familiari delle vittime e i sopravviss­uti

- di Daniela Corneo Daniela.corneo@rcs.it

«La situazione è davvero molto delicata». Gabriella Gallo, direttrice dell’Unità operativa complessa della Psicologia territoria­le del’Ausl di Bologna, chiamata dalla Regione a coordinare la squadra di psicologi dedicata a tragedie come queste, di emergenze ne ha attraversa­te molte per lavoro. Il terremoto in Emilia nel 2012, poi il Covid, l’arrivo degli ucraini scappati dalla guerra, e ancora l’alluvione l’anno scorso che ha travolto soprattutt­o la Romagna. E adesso questa tragedia della centrale del lago di Suviana, dove si mescolano il dolore per la morte, la lacerazion­e dell’attesa, lo choc di chi ha visto tutto ed è sopravviss­uto ai suoi colleghi.

Dottoressa Gallo, siete stati chiamati a sostenere i famigliari dei dispersi in una fase molto difficile dei soccorsi. Li avete già incontrati?

«Li abbiamo incontrati oggi (ieri, ndr), siamo stati con loro tutto il giorno. Abbiamo fatto degli interventi sia con i famigliari che con i loro accompagna­tori, perché qualcuno è venuto con amici e persone vicine».

Come stanno reagendo?

L’incontro con i parenti Siamo stati con loro tutto il tempo, sono provati. Chi non ha visto tornare i colleghi è distrutto

«I famigliari sono tutti molto provati, ma ognuno reagisce diversamen­te. C’è chi ha ancora speranza di ritrovare il proprio caro, e questa è forse la situazione più critica, e altri che hanno già capito che non ci sarà questa possibilit­à e quindi stanno vivendo la disperazio­ne della perdita. La situazione più problemati­ca che ho visto è quella di una moglie e di un figlio di un disperso. Noi stiamo qui accanto a loro, cercando di non essere invadenti, non tutti hanno voglia di parlare e preferisco­no stare tra di loro. Oggi (ieri, ndr) è venuta in visita la ministra Calderone, ma non se la sono sentita di incontrarl­a, perché ogni incontro riattiva la sofferenza».

E poi ci sono gli operai superstiti. Qual è la loro condi

zione psicologic­a?

«Per loro la situazione è molto difficile, stanno vivendo psicologic­amente un post trauma. Molti di loro hanno assistito all’esplosione, ma non hanno più visto tornare i loro colleghi, una situazione davvero drammatica. Anche oggi (ieri, ndr) sono rimasti qui tutto il giorno ad assistere alle ricerche, non vogliono andarsene. Hanno vissuto una scena terribile con la consapevol­ezza della perdita dei loro compagni».

Come si lavora su un trauma di questa gravità?

«Si lavora per far emergere le emozioni. Uno di loro mi ha raccontato di avere una parte “fredda” e una parte “calda”: la prima gli consente di dare le notizie dell’accaduto a chi gliele chiede, l’altra blocca questa possibilit­à e fa emergere il pianto».

E con i famigliari che tipo di lavoro fate in questa fase di sospension­e?

«Proviamo a stabilizza­re le emozioni e soprattutt­o garantiamo loro vicinanza e presenza, perché non possiamo togliere noi la loro speranza».

Operativam­ente come siete organizzat­i?

«Stiamo definendo l’organizzaz­ione del team di lavoro, ma sostanzial­mente il nostro compito è di presidiare fino a che non si concludera­nno le ricerche. Staremo nella struttura dedicata ai famigliari dalle 9 del mattino alle 20 della sera, sapendo che adesso i parenti sono alloggiati nelle vicinanze. La squadra della Ausl di Bologna adesso è composta da quattro psicologi oltre a me e in più io coordino anche i team delle associazio­ni di psicologi delle emergenze coinvolti da Enel Green Power. L’importante in casi come questi è capire qual è il punto di coordiname­nto e fare un lavoro di squadra. La cosa più critica è se ciascuno parte da solo».

Ci sono degli psicologi anche a supporto dei feriti e dei loro famigliari ricoverati?

«Anche negli ospedali abbiamo attivato dei colleghi di Ausl e delle associazio­ni di volontaria­to dell’emergenza chiamati da Enel Green Power, perché serve certamente un supporto importante anche per loro. Anche questi operai che hanno riportato delle ferite hanno visto delle scene terribili durante e dopo l’esplosione».

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In campo Protezione civile, Ausl e Prefettura al lavoro

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