«La centrale dà lavoro alla comunità Deve tornare a funzionare in sicurezza»
Il sindaco di Camugnano: brutto momento, non auguro a nessuno di vivere una situazione così
Sindaco Marco Masinara, ora che il recupero dei dispersi nella centrale idroelettrica si è concluso, cosa vi aspettate a Camugnano?
«Ci aspettiamo che quello che per questa comunità è stato un impianto storico a cui tutti siamo affezionati, che ha dato lavoro a molta gente del posto, possa riprendere presto il suo funzionamento in sicurezza come nei precedenti 50 anni. Su questo anche l’ad di Enel Green Powe r ci ha dato rassicurazione verbali. Passato questo brutto momento ci aspettiamo tutti che si possa tornare a lavorare e garantire lavoro alla comunità ed energia alla rete».
Non teme che il disastro di martedì possa cambiare il modo in cui la gente dell’Appennino guarda alla centrale di Suviana?
«Penso che non accadrà, ho la sensazione che nonostante ciò che è accaduto per la comunità quello resta un impianto affidabile e sicuro».
Lei era in Comune quando ha saputo dell’esplosione. Cos’ha provato?
«Ero incredulo quando la Municipale mi ha telefonato. “È scoppiata una turbina alle centrale”, mi hanno detto. “Ma no, una cosa così non può succedere”, è stata la mia prima reazione. Poi è subentrata l’ansia dovuta a gestire una situazione emergenziale così, a cui noi abbiamo fato come amministrazione il nostro piccolo contributo. Il ritrovamento delle prime vittime, l’arrivo dei parenti, l’angoscia per le ricerche. Una situazione che non auguro di vivere a nessuno e che ti segna profondamente».
A 70 anni e al secondo
mandato si poteva immaginare di dover gestire una tragedia così?
«No, ma se è per questo non ci immaginavamo neanche il Covid ma l’abbiamo dovuto affrontare. Quando entri nella macchina amministrativa è un tritacarne e devi gestire tutto. Fai del tuo meglio».
Alla manifestazione di Bologna per chiedere più sicurezza sul lavoro c’era anche lei.
«Non partecipo spesso a iniziative così, ma in un momento così tragico mi sembra giusto esserci anche per le vittime».
Ha avuto modo di parlare con i loro familiari?
«Ho parlato con le dottoresse dell’Ausl che li stanno seguendo, cerco di lasciare a ognuno il suo lavoro».
Cosa si aspetta adesso dalle indagini?
«La verità sull’accaduto, nel più breve tempo possibile. Si sentono tante tesi ipotesi, ma credo sia talmente complicato capire cosa sia accaduto che fare ipotesi al momento mi sembra azzardato. Sono solo chiacchiere da bar».
E la veglia di preghiera voluta dall’Arcidiocesi?
«È stato un segnale importante di vicinanza alla comunità. Ne sono arrivati tanti e fa molto piacere».