Virtus, tutto in una notte
Gara da dentro o fuori stasera a Istanbul contro l’Efes: chi perde è eliminato, chi vince sfiderà la perdente di Maccabi-Baskonia Le speranze passano dalla difesa da ritrovare
Consapevole di avere le spalle al muro, la Virtus è decollata ieri dal Marconi in direzione Istanbul, dove stasera alle 20 (diretta Sky e Dazn) sfiderà l’Efes nel debutto del play-in. Sul charter, oltre a Baraldi, Ronci e una manciata di sponsor, il carico di amarezze accumulato negli ultimi due mesi: sette sconfitte consecutive in Eurolega, una classifica virata al nero (dal secondo posto di gennaio, 14 vinte e 5 perse, sono arrivate 3 vittorie e 12 k.o.), l’impressione che ora tutto giri al rovescio, le certezze d’inverno frantumate in una serie di scivoloni che hanno lasciato l’ambiente sotto choc. Eppure, è solo il trend a rendere tutto così cupo, perché l’obiettivo di inizio stagione — il play-in, appunto — è stato abbondantemente raggiunto e la Segafredo, nonostante la contrazione del budget, è riuscita a riportare il basket italiano alla post season di Eurolega.
Ad accoglierla c’è un’Istanbul con i profumi d’estate e calda come l’Efes, reduce da cinque vittorie consecutive e con l’umore opposto ai bianconeri. I turchi sono sopravvissuti a una stagione a lungo deludente, hanno inseguito il decimo posto che pareva impossibile da acciuffare e poi si sono piazzati addirittura noni in virtù del confronto diretto vincente proprio con la Segafredo, a parità di vittorie. Quella notte di metà gennaio i bianconeri subirono 99 punti, travolti dalla qualità di Thompson e dalla fisicità di Bryant, schiacciati da 18 palle perse, dalla difficoltà a chiudere l’area e fermare la mareggiata, tutti temi che si stavano affacciando nel plot bianconero, per poi deflagrare nei mesi successivi.
Il filone narrativo, stasera, non sarà diverso. Ma in più l’Efes avrà Clyburn — infortunato a gennaio — e in panchina ci sarà Mijatovic, promosso capo allenatore al posto di Can e in grado di innervare i blu con rinnovata fiducia. Pur dotata di qualità sufficienti per scollinare i 100 punti — è terzo per valutazione con 97,4 — l’Efes ne segna in media 86 e quella è la soglia limite, le colonne d’Ercole per restare dentro una gara nella quale molti danno la Virtus per spacciata.
La difesa bianconera è il grande convitato di pietra di questa parte di stagione. Quando gli avversari raggiungono almeno gli 85 punti la Segafredo è 1 vinta e 11 perse in Eurolega e 2 vinte e 5 perse in campionato. Due giorni fa anche la sfida con Cremona si stava delineando come un delitto perfetto, poi il secondo tempo ha rimesso in circolo l’adrenalina e l’attenzione dei momenti belli, spegnendo i timori. Tuttavia è ovvio che stasera non basterà difendere per dieci o quindici minuti, o con soli due o tre uomini, né Banchi potrà concedersi segmenti di partita con assetti avventurosi difensivamente, anche perché in questa lunga quaresima la Virtus ha denunciato
grosse difficoltà a contenere i passaggi a vuoto, che si trasformano in parziali complicati da ricucire. Inoltre, serviranno almeno dieci triple a segno, qualità nel trattamento della palla, un notte da eroe di Lundberg e una prestazione di Shengelia degna del contratto più ricco della squadra.
«L’unica vera libertà dell’uomo è la sua solitudine» scrive lo scrittore turco Hakan Gunday, che vive nella suggestiva e brulicante malinconia di Istanbul. E mai come adesso la Virtus è sola, con i suoi dolori ma anche con l’orgoglio sul quale ha eretto questa stagione così straordinaria, e perciò ha la libertà di costruire un’altra impresa. Per una volta, però, dovranno tornare a connettersi le energie nervose e quelle atletiche, se ne sono rimaste nel fondo del barile. Da un lato ci sarà l’Efes arrembante di primavera, dall’altro ci sarà una Virtus senza molto da perdere. Poi, facesse il colpo, venerdì dovrebbe giocarne un’altra, con umore diverso, contro la perdente di Maccabi-Baskonia.
Le individualità Lundberg e Belinelli attesi da una buona serata al tiro, Shengelia deve tornare incisivo