Nuova vita alle case popolari Padiglione, giardini e hip hop «Combattiamo il degrado»
La riqualificazione delle «Popolarissime» in via Malvasia
Le case popolari come modello per la rinascita anche sociale di zone finite in passato nel dimenticatoio. Questo è quello che rappresentano le Popolarissime, un comprensorio di edifici Acer inserito nel quadrilatero delimitato dalle vie Malvasia, De’ Crescenzi, Casarini e dello Scalo, che negli anni passati era stato spesso sinonimo di insicurezza e abbandono. La storia delle Popolarissime, in realtà, prende le mosse dagli anni Trenta, in piena epoca fascista, quando si decide di realizzare attraverso un ente ad hoc, una serie di alloggi per famiglie numerose.
A Bologna, questi «casermoni» vedono la luce in alcune zone periferiche della città, dalla
Cirenaica e da via Vezza a via dello Scalo. Gli insediamenti vengono costruiti come rioni autosufficienti, con numerosi servizi in condivisione. Passano i decenni e attorno a questi insediamenti crescono i quartieri. Ma in alcuni casi, e arriziamento viamo ai giorni nostri e in particolare alla zona di via dello Scalo, la situazione ambientale degenera: «Negli ultimi anni – ricorda la vicesindaca Emily Clancy – questo è diventato un luogo di spaccio. In zona si è formato un comitato che si è preso l’impegno di segnalare le situazioni problematiche ma si è reso necessario intervenire per togliere quella percezione di insicurezza e abbandono che le persone manifestavano». E così, a partire dal 2020 ha preso il via, con il cofinandella Regione per un impegno complessivo di 8 milioni , il progetto di ristrutturazione del comparto che ha visto la trasformazione fisica degli edifici e dello spazio verde, l’installazione di telecamere, di attrezzature sportive, ma anche il rifacimento del sistema fognario, l’efficientamento energetico di tre alloggi Erp di proprietà comunale.
A questo si è aggiunta la realizzazione del «cappotto» su tre edifici sempre di proprietà del Comune. Ieri la stessa Clancy, il sindaco Matteo Lepore e il presidente di Acer Bologna Marco Bertuzzi e alla Fondazione Innovazione Urbana, hanno tenuto a battesimo un nuovo padiglione attrezzato e un giardino di 2 ettari all’interno del comparto. «Ora possiamo parlare di un intervento completo in ogni sua parte — prosegue Clancy — perché alla risistemazione si aggiunge il ripopolamento di quegli spazi prima lasciati alla micro-criminalità. E’ chiaro che parliamo di un percorso che non si può esaurire in poco tempo, ma le persone che vivono lì ci raccontano di una percezione che è già migliorata rispetto al passato». L’idea alla base della gestione dei nuovi spazi è quella di dare vita a diversi percorsi e attività che coinvolgano le persone: dal portierato sociale alle attività del Centro Anni Verdi, dai laboratori per ragazzi che non studiano alla creazione di percorsi formativi e alla produzione di contenuti culturali.
Il progetto Atuss (Agende trasformative urbane per lo sviluppo sostenibile) può contare su un finanziamento di 875mila euro che per tre anni permetterà lo sviluppo di questi programmi. Un ruolo attivo verrà svolto dalla Fondazione Innovazione Urbana Rusconi Ghigi che non solo supporterà il Comune nelle azioni e nelle attività ma gestirà anche tre ex locali commerciali che saranno affidati a soggetti in grado di dare vita a progetti di interesse. Tra le prime iniziative segnalate dalla vicesindaca c’è il concorso di idee, per dare un nome al giardino, «un modo simpatico per rendere protagonisti di questa scelta chi il giardino lo vive tutti i giorni». Il modello che sta prendendo forma in questo insediamento potrebbe essere esportato anche in altri contesti della città perché, conclude Clancy