Corriere di Bologna

Il mistero di Fabbri eroe della Liberazion­e

Lunedì all’Ambasciato­ri la presentazi­one di un saggio sul partigiano caduto sulla Linea Gotica Verdolini: «Penso che stiamo perdendo la memoria collettiva»

- Di Piero Di Domenico

L’album e la canzone Paolo Fabbri 43 del 1976 fanno riferiment­o alla via della Cirenaica dove Francesco Guccini ha vissuto per anni, oggetto di autentici pellegrina­ggi da parte dei fan del cantautore ritiratosi da anni a Pavana, in Appennino. Una strada intitolata a un partigiano, omaggiato anche da vari canti delle mondine della Bassa bolognese. A lui e alla sua misteriosa fine è dedicato il libro Il caso Paolo Fabbri. Il sacrificio della missione partigiana per la Liberazion­e di Bologna (Pendragon) di Enrico Verdolini, ricercator­e di giurisprud­enza con una grande passione per la storia. Lo presenterà lunedì alle ore 18,30 all’Ambasciato­ri di via Orefici 19, a colloquio con Anna Cocchi, Alberto Preti e Walter Tega che hanno firmato le tre prefazioni del volume.

Palta, nome di battaglia di Fabbri, è stato una figura di spicco del socialismo riformista a Bologna e nella Molinella «rossa» di Giuseppe Massarenti. Inviato al confino dal regime fascista, aveva organizzat­o nel 1929 la clamorosa fuga di Emilio Lussu, Carlo Rosselli e Fausto Nitti dall’isola di Lipari. Fabbri si era opposto allo squadrismo fascista cercando di difendere dalle camicie nere, fra Conselice e Molinella, quelle associazio­ni e quelle leghe sindacali che il movimento socialista aveva lentamente costruito in Emilia. Braccianti, mondine, operai, contadine, maestri, che avevano intuito il dramma del fascismo ben prima di altri. In seguito Fabbri si era impegnato nella lotta di Liberazion­e, fondando uno dei gruppi partigiani più attivi, quello dei socialisti che si riunivano nella base segreta del Fondone. La figura di Fabbri, ricorda Cocchi, «è l’esempio di come la Resistenza sia stata un racconto plurale, fatto di tante storie e di varie sensibilit­à politiche, cattolici, comunisti, socialisti, azionisti, repubblica­ni e liberali». Nel dicembre 1944, mentre il Nord Italia era ancora occupato dall’esercito tedesco, una delegazion­e composta da Fabbri e Mario Guermani partì da Bologna per una missione ad alto rischio per conto del Cln. I due avrebbero dovuto oltrepassa­re la Linea Gotica per poi recarsi a Firenze, Roma e Napoli.

A rientrare a Bologna fu però solo la guida Adelmo Degli Esposti. Fabbri e Guermani, invece, che portavano con sé i piani militari degli Alleati per la Liberazion­e dell’Emilia e cinque milioni di lire per i partigiani bolognesi, furono uccisi in circostanz­e che a distanza di ottant’anni restano ancora misteriose. Il volume ricostruis­ce la vicenda partendo dal fascicolo relativo al processo penale celebrato nel dopoguerra, oltre a documenti provenient­i da archivi italiani e statuniten­si. I resti dei due partigiani saranno trovati in una zona della Linea Gotica nel marzo 1946. Una vicenda

drammatica come tante che punteggian­o la guerra di Liberazion­e, ricorda Preti, ma anche esemplare di quella guerra complessa che ha segnato il traumatico, e per molti tortuoso, passaggio dalla dittatura all’Italia democratic­a: «Esemplare perché lo spaccarsi in due del Paese non è netto come un tronco tagliato dalla scure, ma rivela, anche sul piano umano oltre che su quello politico, le sfaccettat­ure di un movimento di Resistenza assai variegato».

Alla base delle 270 pagine una motivazion­e espressa con chiarezza da Verdolini: «Quando ho cominciato a conoscere meglio Paolo Fabbri, così come altri antifascis­ti della sua stessa generazion­e, ho avuto la sensazione che qualcosa di importante si sia perso e si stia perdendo nella nostra memoria collettiva. Paolo Fabbri è stato, sì, un partigiano, ma non basta questa parola a definirlo. È caduto per la Liberazion­e, perché è stato partigiano, antifascis­ta, patriota, ma anche attivista politico, sindacalis­ta, dissidente e precursore».

Il volume ricostruis­ce la vicenda partendo dal fascicolo sul processo penale

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Nella foto grande il funerale dei due psrtigiani, Fabbri e Mario Guermani Nell’altra foto la targa della via intitolata al partigiano, dove abitò Guccini
Il giallo Nella foto grande il funerale dei due psrtigiani, Fabbri e Mario Guermani Nell’altra foto la targa della via intitolata al partigiano, dove abitò Guccini

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