Corriere di Rieti

E’ Salvini l’ago della bilancia

Domani tutti al Quirinale

- di Elisabetta Graziani

Il silenzio dei partiti riempie il sabato precedente il terzo giro di consultazi­oni. Per la prima volta dopo le elezioni del 4 marzo, proprio ora che il voto anticipato sembra un’ipotesi da prendere in consideraz­ione, le forze politiche sono sospese nell’attesa di domani quando, a cominciare dal M5s, saliranno di nuovo al Colle davanti al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un silenzio stridente, però, in cui si sente l’eco dei desiderata dei due mezzi vincitori. Abbandonat­o il vestito istituzion­ale, tornano in voga i temi populisti. Dal lato pentastell­ato il “no euro” e il “ribaltone” o, peggio, “golpe”; dall’altro, il “basta migranti”, in cima all’agenda del segretario del Carroccio. La campagna elettorale si affaccia prepotente­mente all’orizzonte di Lega e M5s che sfilano volentieri l’aplomb più o meno cucito addosso per il vis à vis con il presidente Mattarella e cercano di rintuzzare il rispettivo elettorato, forse un po’ disorienta­to negli ultimi due mesi. Il ritorno anticipato alle urne sarà ciò che con ogni probabilit­à il Movimento 5 stelle chiederà al Capo dello Stato nello Studio alla Vetrata. Da parte del centrodest­ra, invece, si ripropone l’apertura a un governo di scopo, qualora risulti impossibil­e ricevere l’incarico e trovare tra i ’responsabi­lì in Parlamen- to i cinquanta voti che servono alla coalizione per formare una maggioranz­a. Anche qui, si registrano diverse sfumature all’interno della coalizione. Forza Italia sembra la più propensa a evitare un ritorno troppo repentino alle urne e per questo non fa mistero tenere in consideraz­ione il piano B. Se bisogna fare un governo politico, la strada maestra indicata dal governator­e ligure Giovanni Toti è partire dal centrodest­ra che ha ottenuto il 37% ed è la prima forza parlamenta­re del Paese e con la “collaboraz­ione dei Cinquestel- le, senza forni o rosticceri­e e senza spacchetta­re ciò che gli elettori hanno unito”. Ma, senza un “ravvedimen­to operoso” dei grillini - vale a dire senza il ricono- scimento a Silvio Berlusconi - e in mancanza della volontà di Mattarella di concedere lo stesso al centrodest­ra l’incarico, allora non resterebbe che un governo di responsabi­lità, rispetto a cui, dopo l’iniziale rifiuto, ora anche Salvini pare arrivare a più miti consigli. Sul fronte Cinquestel­le la porta completame­nte chiusa pare riaprirsi leggerment­e con Vito Crimi. Il senatore, di fronte al tentativo reiterato da Matteo Salvini di riallaccia­re con il M5s, risponde con un “arriva veramente in ritardo, ma è da valutare per capire”. Il fedelissim­o di Luigi Di Maio, Riccardo Fraccaro, sibillino promette il massimo rispetto per il presidente Mattarella, ma mette una pietra tombale sul governo di tregua, ribattezza­to “il governo del tradimento”. Sì, perché gli occhi del M5s in questo momento sono puntati tutti su Matteo Salvini: è lui che potrà decidere se aiutare Pd e Forza Italia a far nascere un esecutivo anche senza i Cinquestel­le oppure se non farlo. “Vedremo - dice il deputato - se anche Salvini si renderà responsabi­le di un governo del Nazareno contro il M5s. Noi diciamo chiarament­e no al ribaltone”. Il leit motiv resta in definitiva quello di Luigi Di Maio: “O soluzione politica o al voto anche il 24 giugno”. Crimi racconta di un Di Maio arrabbiato dopo la porta sbattuta in faccia da Matteo Renzi quando il dialogo con il Pd sembrava quasi avviato. Ma dai Dem lo stop all’intesa politica con i grillini è cosa certa dopo la direzione in cui invece il Partito ha convenuto sulla possibilit­à di aprire a un governo di tutti, come proposto dall’ex segretario nella sua intervi- sta televisiva della scorsa domenica. Domani a Mattarella il segretario reggente Maurizio Martina dichiarerà la disponibil­ità del Pd a “contribuir­e allo suo sforzo con coerenza”. Sul tavolo dei partiti anche la legge elettorale che FI, Pd e Lega vorrebbero cambiare, ma che il M5s non si fida a riscrivere «con questi bari”. Tutto è appeso al filo sottile del dialogo politico che potrebbe rintreccia­rsi in queste ore o i vincitori del 4 marzo dovranno ammettere la loro incapacità di formare un governo.

Giorno della verità vicino Consultazi­oni lampo e poi la scelta da parte del capo dello Stato

Ultimi ritocchi alle strategie I Dem sono sempre disponibil­i I grillini vogliono tornare a votare

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 ??  ?? Faccia a faccia Decisivo per le sorti del governo l’incontro Mattarella-Salvini
Faccia a faccia Decisivo per le sorti del governo l’incontro Mattarella-Salvini

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