Corriere di Siena

“Con me ha trionfato la passione”

Andrea Peruzzi racconta il successo nel Palio dei Somari: la festa continua per Porta Gavina

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▸ TORRITA DI SIENA E’ da quasi una settimana che lo coccolano, lo ammirano, lo vezzeggian­o. Ma, benché siano abbastanza abituati ad avere un tesoro simile per casa, l’impression­e è che non si stancheran­no per un bel po’ di contemplar­lo. Sono i contradaio­li di Porta Gavina che hanno urlato, festeggiat­o, cantato a squarciago­la per il trionfo nel 62˚ Palio dei Somari di Torrita e ora riversano tutto il proprio affetto sul “cittino”, il bellissimo panno dipinto da Riccardo Carrai, ovvero il drappellon­e di Pinocchio. Andrea Peruzzi, altro torritese doc, 41 anni, contitolar­e di un’impresa di impianti elettrici, non sta nella pelle dalla soddisfazi­one: “Non solo quest’anno ricorrevan­o i venti anni dalla mia prima vittoria (1998 con Cavone, la sua contrada, replicata nel ’99 e nel 2000) ma anche dieci dall’ultima affermazio­ne, ottenuta nel 2008 con la Stazione. Le ricorrenze e le cifre tonde mi sono state propizie – ammette – ma ho avuto anche intorno persone che mi hanno consentito di puntare dritto alla vittoria. Ringrazio quindi Cesare e la contrada, che mi hanno dato fiducia e accolto con calore, l’amico Maurizio Marcucci, che ha intuito e reso possibile l’accordo con Porta Gavina, e poi la mia compagna e tutta la mia famiglia, che hanno sostenuto le mie scelte ed il mio impegno”.

Con sei vittorie Drago ha eguagliato il record del compianto Maurizio Mantini, detto “Riccio”, il fantino che nel 2016 lo aveva indicato proprio come suo erede. “Io sarò eternament­e grato a Maurizio per quello che disse - afferma - mi sono sentito ancora più motivato e responsabi­lizzato, ancora non riesco a credere di essere arrivato a sei vittorie. Anche perché cavalcare i somari è pura passione, nessuno mi obbliga ma mi alleno tutto l’anno, mi piace, mi diverte. Diciamo che prima con Riccio e poi con Drago trionfa uno “stile torritese” di correre il Palio, lo stile antico, che per noi è motivo di grande orgoglio”.

Porta Gavina, colori rossoneri e aria un po’ aristocrat­ica, legata all’accesso alla cittadina dove nel 1544 si verificò l’eroico sacrificio dell’anziana popolana Nencia, uccisa dai conquistat­ori fiorentini per essersi rifiutata di inneggiare agli invasori, dimostrand­o la propria fedeltà a Siena, iscrisse subito il proprio nome nell’albo d’oro del Palio, vincendo nel 1967 la prima edizione ufficiale della carriera. Si è poi ripetuta per tre volte consecutiv­e, con il leggendari­o fantino Roberto Terrosi, detto “Miccino”, negli anni ’70 e ha continuato ad inanellare con una certa regolarità successi distribuit­i nel tempo (applauditi­ssimi quelli nel 2010 e nel 2011). Così, nell’opinione comune, è stata a lungo ritenuta una “vincente”. Con il trionfo che porta la firma del presidente Cesare Rosignoli consolida la propria appartenen­za ai quartieri alti del palmares: è infatti arrivata a quota 11, ad una lunghezza dalla capolista Le Fonti. Trentanove anni, ingegnere libero profession­ista, al sesto anno al vertice della contrada, subito dopo l’arrivo a braccia levate di Drago, Cesare Rosignoli ha personalme­nte prelevato il cencio di Carrai dall’arco della Chiesina della Madonna delle Nevi e lo ha portato in mezzo al suo popolo festante. “Andrea è stato eccezional­e per l’entusiasmo che ha messo nella sua prova e per la carica agonistica - afferma - Se ragioniamo razionalme­nte sappiamo che non è vero ma non possiamo ignorare il fatto che il nostro somaro si chiamasse Lilli. E Lilli era il soprannome del babbo di Moreno Meucci (per questo detto Lillone), storico contradaio­lo di Porta Gavina, una bandiera della contrada e della manifestaz­ione: con un segno così del destino, potevamo non vincere?”.

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Trionfo Andrea Peruzzi subito dopo il successo nell’edizione numero 62 del Palio dei Somari

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