Le ragazze veronesi campionesse d’Italia e d’Europa
Elisa Princic, la più giovane della truppa, 15 anni, è tornata tra i banchi del liceo scientifico di Vicenza. Sabrina Del Mastio, la veterana, «più mamma che capitano», 44 anni e quinto tricolore in carriera, è rincasata a Bologna per alzare la saracinesca della sua bottega d’intimo. Il giorno dopo lo scudetto è un giorno qualunque. Ma anche no. L’isola felice del softball italiano (a Verona i club sono 6) galleggia in quel di Bussolengo: quarto titolo italiano appena conquistato a Forlì e a 20 anni dall’ultima volta, un mese fa la Coppa Europa - l’equivalente della Coppa dei Campioni nel calcio - sollevata a Praga di fronte alle piemontesi de La Loggia. Il 2015 dell’Asd Bussolengo è un ritaglio da incorniciare e mettere in borsa con mazze e guantoni.
«È una doppietta che nasce da un gruppo radicato e solido su cui abbiamo innestato forti atlete straniere», così il presidente, Angelo Scardino, salentino trapiantato qui causa leva militare, classe ‘52, oggi in pensione, ieri nel settore dell’abbigliamento. Allenatore: Maria Luisa Medina, cubana da Hall of Fame del softball, oltre quattro lustri in Nazionale. «Mi specchio in queste ragazze che non mollano mai», dice lei.
In squadra, tra le altre, parecchie veronesi (da Silvia Refrontolotto, che studia grafica, ad Alice Parpajola, Jennifer Lombardo, Giulia Gorgoni), diverse pendolari (oltre a Del Mastio c’è Valeria Bartolomai, milanese di Bollate, le divise ufficiali arrivano dal suo negozio di articoli sportivi) e le americane Madison O’Brien e Haylie Wagner (mvp della finale). Lo sponsor è la locale Specchiasol del leccese Giuseppe Maria Ricchiuto, sorta di pioniere dell’erboristeria in Italia, salito a Verona nel ’69 per fare il rappresentante di cosmetici. «Grazie a queste ragazze stiamo vivendo una bella esperienza. Oggi il mondo è più donna che uomo e lo sport è una medicina sociale. Diamo un budget di circa 120mila euro l’anno, che per un campionato così importante è un piccolo aiuto. Noi, invece, nasciamo 40 anni fa, quando
inaugurammo la prima fiera italiana degli erboristi».
Base lì, nel centro polisportivo di Bussolengo, poco fuori paese. Quattro allenamenti a settimana più la partita. Muove tutto la passione. Quella che spinge Del Mastio a farsi Bologna-Verona con vista dal finestrino, rincasando in Emilia sul treno delle 21. «Il softball non ti dà da vivere. Giusto un minimo di rimborsi, scarpe e guantoni a nostre spese. Quando sentiamo i calciatori parlare di soldi ci brucia parecchio: a volte non sanno quanto sono fortunati. Noi ci nutriamo di soddisfazioni. Il segreto di quest’anno è stato l’aver sofferto insieme tra infortuni e cambi di atlete straniere (in Coppa Europa c’erano Kellie Fox e Allyson Carda, ndr). Ora torneremo attivamente alle nostre vite, per un paio di mesi, poi si comincia a preparare la nuova stagione». La prossima sarà la 22esima a Bussolengo, dove si raduna almeno un centinaio di persone a partita. Racconta patron Scardino: «I fondatori siamo io, Enrico Mazzi e Lucio Cordioli. Era il ‘77. Si giocava a San Massimo. Il primo sponsor fu un negozio di bomboniere, titolare Luigi Cometti, che ci diede le dritte per costituire una società. All’epoca una mazza costava 25mila lire, ai nostri livelli attuali si parte da 300 euro per arrivare anche a 700. Siamo cresciuti un po’ alla volta, spostandoci in via Sogare, poi al Gavagnin, infine a Bussolengo, che ci ospita dal 1984».
Dagli anni ’ 90 in poi, i successi. «Primo scudetto nel ’ 93, tecnico Joan Ferrieri, oriunda. Vincemmo pure l’anno dopo e quello ancora, in panchina un cinese, Jou Chang He. È lì che abbiamo familiarizzato con l’Europa: secondi in Coppa Campioni ’ 94 e ’95, terzi nel ’96. Coincidenza, nel 2002 - ricorda Scardino - arrivammo di nuovo in finale scudetto proprio con Forlì. Nostre le prime due gare, poi tre ko là. Oggi ci siamo ripresi quel che avevamo perso all’epoca».