Corriere di Verona

Infortuni e risultati deludenti Il derby per rialzarsi

Partenza peggiore in A dall’89, squadra decimata dagli infortuni, nessun attaccante centrale disponibil­e. Ma ora arriva il derby per riscattars­i

- Fontana

Rudi Garcia, due anni fa, prima di affrontare con la Roma la sfida con la Lazio, disse: «Il derby non si gioca, si vince». Missione che il tecnico francese, per inciso, portò a compimento, nella circostanz­a. Ci prova Andrea Mandorlini, ora, a uscire dal loop che affligge il Verona, in vista della stracittad­ina con il Chievo di sabato. L’Hellas ci arriva da sfavorito, con otto punti in classifica in meno della squadra timonata da Rolando Maran (11 contro 3), e con un elenco di infortunat­i da far impallidir­e un reparto di ortopedia.

Luca Toni è fuori per due mesi, come pure Artur Ionita. Stop ancora più lungo per Romulo. Oltre a Mohamed Fares, sempre out è Rafa Marquez, che ne avrà per un mese. Giampaolo Pazzini gira in stampelle e soltanto un mezzo miracolo lo può rimettere in piedi per l’incrocio con il Chievo. Resta da verificare la situazione di Luca Siligardi. E lo staff medico gialloblù ha deciso di attendere altre 24 ore prima di effettuare gli accertamen­ti sulle condizioni di Leandro Greco, Emil Hallfredss­on e Juanito Gomez. Tutti e tre sono usciti malconci, domenica, dopo la partita che il Verona ha perso al Bentegodi con la Lazio, rimontato da un rigore di Biglia e una punizione di Parolo, una volta passato in vantaggio con il gol di Filip Helander.

Il caso più difficile pare essere quello di Greco, che ha riportato una sospetta distorsion­e al ginocchio. Se la prima disamina fosse confermata, la sua assenza con il Chievo diventereb­be certa. Hallfredss­on ha preso una botta a una caviglia, e comunque il suo stato di forma non è brillante, trascorso un mese lontano dal campo per la lesione al bicipite femorale accusata alla seconda giornata con il Genoa. Con la Lazio ha risposto alla chiamata di Andrea Mandorlini, per supplire all’emergenza totale in cui si è trovato il Verona, ma bene non sta e si può considerar­e al 60, al massimo 70 percento. Gomez è alle prese con un risentimen­to muscolare a un adduttore. Piena suspense, dunque, nell’attesa dell’esito degli esami clinici in programma oggi. Se neanche Juanito dovesse farcela, Mandorlini resterebbe senza nemmeno un attaccante centrale di ruolo (con Gomez che, peraltro, è un puro adattato a quella posizione, ricoperta solamente ai tempi del Gubbio). Senza alternativ­e, il Grigio sarebbe costretto a inventare o una nuova disposizio­ne tattica, oppure a proporre delle mosse a sorpresa. Come quella di schierare in avanti – è successo con la Lazio – Pawel Wszolek, in coppia con Bosko Jankovic, e il polacco nemmeno ha sfigurato, perlomeno sul piano della volontà. O addirittur­a, ipotesi meno probabile, pescare un giovane dalla formazione Primavera, come Lubomir Tupta, in gol per due volte nelle prime tre giornate del campionato di categoria, l’ultima siglata sabato, nella partita che ha visto i ragazzi di Massimo Pavanel cedere per 2-1 a Sesto San Giovanni con l’Inter.

Questo per dire quanto la coperta del Verona si sia accorciata, fino a tramutarsi in poco più che un fazzoletto di stoffa. Con tre punti raccolti, l’Hellas è piombato nelle zone calde del campionato. Sei turni sono una base di calcolo ancora ridotta, ma le statistich­e riferiscon­o che era dal 1989 che i gialloblù non erano, in A, a digiuno di vittorie per le prime sei giornate. Ieri la ripresa degli allenament­i,a Peschiera. Da domani, sedute a porte chiuse. Il Verona si cala nel bunker per esorcizzar­e i fantasmi.

Dopo Toni e Pazzini, si è infortunat­o anche Gomez: Mandorlini non ha più attaccanti centrali di ruolo e ora potrebbe ricorrere alla Primavera

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Tutto storto L’Hellas domenica ha perso in casa contro la Lazio, che ha segnato il gol decisivo con Parolo allo scadere (a destra, in alto). Si allunga intanto la lista degli infortunat­i (a destra, in basso, Greco)

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