Corriere di Verona

Tosi alla Polfer: «Lasciate partire i migranti»

La replica del dirigente: «Io mi devo attenere alla disposizio­ni di Pubblica Sicurezza»

- Angiola Petronio

«Domandare è lecito, rispondere cortesia», vuole il detto. Peccato che in questo caso una risposta favorevole alla domanda farebbe diventare il «lecito» un «illecito». Quello che commettere­bbe il dirigente del compartime­nto Polfer di Verona Gianluigi Rispoli se accogliess­e l’«invito» che ieri gli ha rivolto il sindaco. Tosi, intervenen­do sulla questione sollevata dal sindacato di polizia SilCgil in merito alla presenza dei profughi alla stazione di Porta Nuova, ha scritto al dirigente. «Vista la pesante situazione evidenziat­a dagli agenti della Polfer... le chiedo se non sia il caso di lasciare salire sui convogli i profughi che desiderano raggiunger­e gli Stati del Nord Europa, limitando i controlli al minimo indispensa­bile...». Insomma, un sindaco che ha la delega alla sicurezza, che ha fatto le panchine anti-bivacco e che ha premuto perché la sua fosse la città pilota per le pattuglie dell’esercito a presidio del territorio, ha chiesto a un poliziotto di «chiudere un occhio». Il tutto, nella missiva, Tosi lo ha argomentat­o con un «poiché anche chi arriva a Verona ha la sua meta oltre le Alpi, non è assolutame­nte irragionev­ole adottare comportame­nti utili ad agevolare la libera circolazio­ne dei profughi in Europa, nell’interesse del nostro Paese, oltre che della nostra città...». Peccato che non funzioni così. E, ligio al detto, il dirigente Rispoli gli risponde: «Se il sindaco vuole dei chiariment­i sulla situazione sono pronto a darglieli, ma io seguo le disposizio­ni del Dipartimen­to di Pubblica Sicurezza per le quali siamo tenuti a rigorosi controlli. A quelle mi devo attenere, non ad altre. E così faccio». Spiega, Ruspoli, che negli ultimi dieci giorni sono aumentati i migranti che a Porta Nuova provano a salire sui treni diretti al Nord. «A Milano e Venezia che sono stazioni di partenza vengono bloccati con delle barriere che non sono previste per le stazioni intermedie, come Verona. E loro si spostano su quelle. Noi controllia­mo sette treni, due di notte, due di mattina e tre al pomeriggio. Sono in particolar­e eritrei che se non riescono a salire su un treno provano a farlo su quello successivo». Tentativi inutili, visto che quasi nessuno di loro ha i documenti in regola per farlo: il certificat­o di richiedent­i asilo e il «titolo di viaggio» rilasciato dalla questura. Tosi chiede che a tutti venga dato un permesso umanitario temporaneo. Ma fino a quando non succederà quei controlli «rigorosi» proseguira­nno secondo quanto stabilito dal dipartimen­to di Pubblica Sicurezza.

Tosi Le chiedo se non sia il caso di lasciarli salire sui treni... Rispoli Devono avere i ”titoli di viaggio” altrimenti non salgono

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