Inneggiava all’Isis su Twitter Espulso per la seconda volta Dopo la condanna per il rientro illegale in Italia, di nuovo in volo per la Tunisia
città e alle 17.30 è stato sorpreso mentre pedalava in sella alla sua bici in via Manassero. Arrestato con l’accusa di essere rientrato in Italia dietro decreto di espulsione, aveva tentato di difendersi: «Sono tornato in Italia in quanto volevo trovare un avvocato che mi difendesse rispetto all’accusa infondata di appartenere all’Isis - aveva detto in aula -. Sono entrato in Italia tramite un visto per la Francia con il mio passaporto». Ma del documento non è stata trovata traccia e il giudice, al termine della direttissima, lo aveva mandato in carcere. Ieri difeso dall’avvocato Cristiano Pippa, ha affrontato il processo. Rischiava fino a cinque anni (perché già nel 2012 era stato espulso e aveva violato il provvedimento tornando in Italia). Ma al termine dell’udienza è stato condannato a sedici mesi. Il legale ha chiesto la revoca della misura e il giudice Piziali ha disposto la liberazione, concedendo il nullaosta all’espulsione.
Non appena ha varcato l’uscio della casa circondariale, il tunisino ha trovato gli agenti della questura che gli hanno notificato il nuovo provvedimento, accompagnandolo in aeroporto dove è stato imbarcato sul primo volo in partenza per la Tunisia. A pesare contro di lui, indubbiamente, anche l’inchiesta ancora in corso da parte della Dda di Venezia per terrorismo internazionale. Il nordafricano ha sempre sostenuto di non avere a che fare con lo Stato Islamico e il terrorismo, ma i tweet pubblicati avevano portato il Viminale a ordinare la sua espulsione, ad aprile. E anche il giudice Piziali, nella sentenza di ieri, ha tenuto conto della «pericolosità sociale» del soggetto e del rischio di recidiva, condannandolo. Lui ha tutta intenzione di difendersi dall’accusa di terrorismo, ma lo dovrà fare rimanendo lontano dall’Italia.