Corriere di Verona

Ferita a morte, il pm interroga la madre

Dai nomadi un muro d’omertà: «È stato un incidente». Ma per la procura è omicidio

- Laura Tedesco

Ferita a morte, caricata in auto e lasciata agonizzant­e dal marito davanti all’ospedale Fracastoro di San Bonifacio.

Dalla mezzanotte di lunedì carabinier­i e pubblico ministero Giuseppe Pighi sondano senza sosta ogni pista per dare un nome e, soprattutt­o, un perché alla morte di Corradina Mirabile, siciliana, 39 anni, madre di quattro figli, appartenen­te alla comunità nomade dei Camminanti di Noto. Ma i nomadi hanno alzato un muro di omertà.

Ferita a morte, caricata in auto e lasciata agonizzant­e dal marito davanti all’ospedale Fracastoro di San Bonifacio.

Dalla mezzanotte di lunedì carabinier­i e pubblico ministero Giuseppe Pighi sondano senza sosta ogni pista per dare un nome e, soprattutt­o, un perché alla morte di Corradina Mirabile, siciliana, 39 anni, madre di quattro figli, appartenen­te alla comunità nomade dei Camminanti di Noto. Regolament­o di conti (pista ritenuta poco probabile), incidente (la dinamica meno accredita) o omicidio volontario (la convinzion­e della procura, che indaga anche per omissione di soccorso): di certo, un mistero a 360 gradi che i testimoni non stanno in alcun modo aiutando a risolvere. Perché lunedì sera, al momento del dramma, la donna non era affatto da sola: con gli altri nomadi della comunità, si era accampata da almeno tre giorni in via Mascotto, una strada senza sbocchi a ridosso della regionale 11, nella nuova zona industrial­e di San Bonifacio. Tra auto e almeno 15 roulotte (tutte sparite subito dopo il ferimento di Corradina e ancor prima che i carabinier­i si precipitas­sero sul posto dopo il ritrovamen­to della donna davanti al Fracastoro), i nomadi dei Camminanti si erano sistemati in totale promiscuit­à, come loro abitudine. Non c’era alcuna possibilit­à di isolamento o di privacy, dunque gli inquirenti ne sono certi: tutti hanno visto e sanno chi e come abbia ferito in quel modo la Mirabile.

Una sola ferita alla gamba sinistra, un’unica coltellata che le ha reciso l’arteria femorale.

Nessun segno di colluttazi­one, di lotta o di resistenza: stamattina il pm Pighi affiderà l’incarico di effettuare l’autopsia al dottor Paolo Fais e l’esame verrà forse svolto già nella giornata di oggi. Dai risultati, la procura conta di escludere la pista dell’incidente domestico o dell’infortunio fortuito:è di questo che, seppure con ricostruzi­oni diverse, hanno parlato con il magistrato sia il compagno della vittima, Fortunato Bona, che la madre di Corradina. Assistito dall’avvocato Maurizio Pisoni in qualità di persona informata sui fatti e non di indagato, Bona avrebbe escluso l’omicidio facendo espresso riferiment­o a un caso fortuito.

Ha aggiunto di averla lasciata davanti all’ospedale senza accompagna­rla dentro perché con lui in auto c’erano anche due bimbi piccoli. Ha espresso dolore ma non è sembrato a chi gli ha parlato particolar­mente sconvolto.

Non va dimenticat­o, però, che quella dei Camminanti di Noto è una comunità particolar­mente unita, un piccolo mondo a sé che fa «clan», dove ci si protegge l’uno con l’altro: l’ipotesi è quindi che sappiano esattament­e com’è andata ma si vogliano «coprire» tra loro. Anche la madre di Costantina, infatti, avrebbe parlato vagamente di incidente: la sua principale preoccupaz­ione, però, è avere il nullaosta per riavere il corpo della figlia così da poterla riportare a Noto per l’ultimo viaggio. L’ultimo cammino.

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Lunedì sera Corradina Mirabile è stata ferita a morte, caricata in auto e lasciata agonizzant­e dal marito davanti all’ospedale Fracastoro di San Bonifacio

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